Inchiesta sulle comunità regionali che si sono trasferite nel corso degli anni nel capoluogo brianzolo: quella pugliese è la più numerosa, poi siciliani e campani
I monzesi doc al 100%? Circa uno su due. La stima è a spanne, impossibile stabilire il numero esatto di monzesi solo con un genitore, o un nonno, arrivati da un'altra regione. I dati dell'ufficio Statistiche parlano di 78.879 residenti nari in Lombardia, pari al 69,95% della popolazione. Tra chi è nato in un'altra regione, vincono i pugliesi, con 4.850 nati, pari al 4,41%, seguiti dai siciliani (4.431 oriundi), campani, calabresi, veneti.
Realtà che a volte si sono bene organizzate, come calabresi e sardi, organizzatisi in associazioni per preservare le proprie tradizioni culturali. Ci sono poi i friulani, realtà legata anche alla vicenda dei profughi istriano-dalmato-fiumani, arrivati in città dopo il 1947, e ospitati sino agli anni '60 in un campo profughi allestito in Villa Reale.
Una vicenda triste e drammatica, che si trascina ancora oggi. Nei giorni scorsi il consigliere della Lega Nord Leonardo Caruz (originario di Zara) ha risollevato in Aula la questione delle case del quartiere Cantalupo, costruite in base ad una legge del 1953 proprio per trovare un tetto ai profughi. "In altre città queste case sono state tutte riscattate, come la legge aveva a suo tempo previsto- spiega-era un risarcimento minimo per il dramma di persone che avevano perso tutto. Invece qui il destino di una decina di famiglie continua ad essere oggetto di un rimpallo tra Regione (che ha trasferito le case al Comune nel 2004) e amministrazione comunale". Caruz si dice ottimista, dopo che il sindaco gli ha assicurato una soluzione entro Natale. Quelli cacciati dalla loro terra passata alla Iugoslavia dopo la guerra (organizzati nell'Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, che a Monza e Brianza conta 150 iscritti, guidati da Pietro Cerlienco) non sono gli unici profughi approdati a Monza. In via Luca della Robbia abitano diversi monzesi nati in Libia (in tutta la città sono 61). Cacciati anche loro, da Gheddafi, nel 1970.
Ma sono tanti i monzesi arrivati da altre regioni per lavoro. Come calabresi e sardi, organizzatisi rispettivamente nell'associazione
Giuliano Da Frè