GIUSEPPE “PINO” DEVESCOVI
NATO A ZARA NEL 1938 – DECEDUTO A BERNAL (ARGENTINA) IL 10 AGOSTO 2007
Intervento della Dott.ssa Viviana Garilli Gazich, nata a San Isidro (Argentina) nel 1963,
figlia di esule zaratina.
In Argentina godeva di meritata stima e notorietà, Giuseppe Devescovi (“Pino”), nato a Zara nel 1938. Figlio di Attilio Devescovi da Sebenico – chiamato a Zara “El Manzo”- e di Lucia Glavocich da Curzola, entrambi già esuli nel 1921.
Nel 1949 la famiglia Devescovi ha scelto nuovamente l’esilio, trasferendosi prima a Trieste, poi a Mantova ed infine a Palermo. L’anno successivo (quando Pino aveva 12 anni), sono emigrati in Argentina e si sono stabiliti a Bernal, una cittadina a Sud della Città di Buenos Aires.
Pino proveniva da una famiglia di musicisti molto amanti della musica. Il padre di sua mamma, con spiccata abilità per tutti gli strumenti, era stato primo clarinetto nelle Bande cittadine di Curzola e Zara, e lo zio di lei, compositore. Sua madre aveva una bellissima voce di mezzosoprano e cantava nel Duomo di Zara ed in altre chiese della città. E’ così che conobbe suo marito, anche lui corista.
Perciò, naturalmente, a Pino piaceva cantare. Un giorno mentre cantava “O Sole Mio” sotto la doccia, al maestro Mario Zecca, amico della famiglia, interessò la sua voce e gli insegnò poi impostazione ed alcune romanze. Poco tempo dopo, la mamma di Pino seppe che l’Istituto Superiore d’Arte del Teatro Colón di Buenos Aires aveva bisogno di voci nuove, essendosi bandito un concorso a livello nazionale. Lo iscrisse quindi a sua insaputa e l’accompagnò a presentarsi; attenta a che facesse una bella figura ed indicandogli il modo di procedere davanti alla giuria: con sicurezza e gentilezza.
Così, dopo aver dato l’esame cantando dieci battute de “Il Barbiere di Siviglia” a 17 anni di età è stato l’unico prescelto tra settanta aspiranti. Considera questa la più grande soddisfazione della sua vita e quella che ha potuto dare a sua madre, che sorvegliava sempre il suo comportamento e studio e lo incoraggiava nei momenti più difficili.
Iniziando egregiamente la sua carriera, proseguì studiando canto all’Istituto Superior d’Arte del Teatro Colón di Buenos Aires, ed i suoi maestri furono: il gran soprano argentino Isabel Marengo (canto), il maestro Carlo Malloyer (repertorio) e Felipe Romito (scena).
Pino era meccanico nella più grande ditta tessile a Bernal, e doveva fare molti sforzi e sacrifici per lavorare e studiare canto. Una sera di fine d’anno, i miglior alunni della Scuola del Teatro Colón (tra i quali c’era Pino) rappresentarono per la prima volta un’Opera completa “Lucia di Lamermour”, alla presenza di un grande pubblico (4700 persone), l’orchestra Filarmonica di Buenos Aires, coro, solisti ed il maestro Aldo Bonifanti. Tra i presenti c’era un anziano signore nel quale il nostro giovane cantante risvegliò un vivo interesse e che andó a trovarlo nel camerino. Questo signore, italiano, appassionato della musica classica, era il proprietario della ditta dove lui lavorava come meccanico. Fortunatamente gli diede un altro posto meno pesante e l’aiutò affinché dedicasse la maggior parte del tempo a studiare canto. Questa magnifica situazione durò quasi cinque anni.
Il suo debutto nel Teatro Colón lo fece a soli 20 anni con la frase “La cena è pronta” (La Traviata), assieme ad Anna Moffo e Flaviano Labó. La sua carriera lirica cominciò a progredire con notevole successo.
Ha interpretato come protagonista e co-protagonista: Ernani, Nabucco, Tosca, Salomè, Carmen, Aida, Otello, Rigoletto, Lucia di Lamermour, Gianni Schicchi, Boris Godunov, La Guerra e la Pace, Manon Lescaut, Il Trovatore, Il Barbiere di Siviglia, Lohengrinn, Le Nozze di Figaro, Peter Grinnes, L’Oro del Reno, ed altre.
Ha recitato acanto a personaggi celebri e noti in tutto il mondo: Richard Tucker, Giuseppe Di Stefano, Piero Capucilli, Carlo Cossuta, Elena Suliotis, Flaviano Labó, Leontyne Price, Joan Sutherland, Anna Moffo, Jerome Hines, Nicola Rossi Lemeni, John Vickers, Giuseppe Tadei, Montserrat Caballé, Cornel McNeil, Nikolai Gisurov, Fiorenza Cossotto e Placido Domingo. Strinse con quest’ultimo una grande amicizia.
Con Placido Domingo ha cantato Otello, La Fanciulla del West, La Forza del Destino e la Tosca. Lavorare con lui è stata per Pino una grande soddisfazione. Per di più, Placido l’aveva invitato varie volte a casa sua negli Stati Uniti, offrendogli le più grandi possibilità. Pino però, non ebbe il coraggio di lasciare la sua famiglia e rimasse in Argentina.
Ha lottato sempre con la sua figura imponente e la sua ottima voce. Un anno rimasse senza lavoro perché altri con più influenze e meno scrupoli volevano rimuoverlo dal posto che si era conquistato; ma la forza del destino e dei suoi genuini valori sono prevalsi.
La sua semplicità, le sue doti innate d’uomo e di artista e l’aiuto prezioso della madre lo hanno portato al successo, a diventare sin dal 1974, assieme ad un altro basso di origine armena, il basso più importante del Teatro Colón di Buenos Aires.
Pino, o “Il basso Devescovi”, aveva la tipica voce verdiana: grave, pastosa, profonda. Era l’orgoglio della collettività Giuliano-Dalmata, per la sua stupenda personalità e la meta raggiunta in una carriera tanto prestigiosa quanto difficile.
Purtroppo, Pino non è mai più tornato in Italia, neanche a Zara, la terra che lo ha visto nascere e crescere e che ricordava con acuta nostalgia.
Un vero “mulo zaratin”, degno alfiere dei zaratini nella diaspora.