Da ormai una decina d’anni l’Italia è il principale partner commerciale della Croazia. Circa un quinto dell’interscambio economico croato con l’estero è legato all’Italia. Stando ai dati della Banca nazionale croata (HNB), nel periodo compreso tra il 1993 e il 2011 gli investimenti italiani in Croazia sono ammontati a 1.224,1 miliardi di euro. Un importo che colloca l’Italia al settimo posto nella graduatoria degli investimenti esteri in Croazia.
I turisti italiani sono tradizionalmente tra i più numerosi ospiti delle nostre località di villeggiatura. Stando ai dati riportati sulla pagina Web della diplomazia economica croata, accessibili sul sito Internet del ministero degli Affari esteri ed europei (hgd.mvpei.hr), l’anno scorso i turisti italiani si sono piazzati al terzo posto per numero di arrivi. Gli italiani che hanno visitato la Croazia nel 2011 sono stati complessivamente 1.150.311 (il 13 p.c. in più rispetto al 2010) e hanno totalizzato 4.994.547 pernottamenti (+5,7 su base annua).
Dati importanti, che denotano il buon grado di collaborazione raggiunto nella sfera economica tra i due Paesi. L’interesse degli imprenditori e delle società italiane nei confronti della Croazia è però lungi dall’essersi esaurito. Anzi pare siano molti gli uomini d’affari italiani seriamente interessati a investire nell’economia croata. A suffragare questa ipotesi è arrivata la scorsa settimana a Fiume anche la firma dell’Accordo di collaborazione tra la FINEST, la finanziaria per gli imprenditori del Nordest italiano che promuove la cooperazione economica con i Paesi dell’Europa centro-orientale e balcanica, e l’Agenzia regionale litoraneo-montana di sviluppo PORIN. Ma cos’è la FINEST e in che modo può contribuire a intensificare i rapporti economici tra la Croazia e l’Italia? A queste e a numerose altre domande ci ha risposto Danilo Slokar, consigliere della società di Pordenone.
Per prima cosa ci è stato spiegato che la FINEST (www.finest.it) è una società finanziaria di promozione della cooperazione economica con i Paesi dell’Est Europeo, costituita in attuazione della legge 19/1991 sulle aree di confine. Si tratta di una Società per azioni partecipata da Friulia S.p.A, società finanziaria della Regione Friuli Venezia Giulia, dalla Regione Veneto, dalla Provincia Autonoma di Trento, dalla Simest e da alcune banche del territorio: è referente del ministero per lo Sviluppo Economico. Nel corso degli anni la FINEST ha ampliato il proprio raggio d’azione, arrivando a promuovere la cooperazione economica non solo con i Paesi dell’Europa centro-orientale, ma anche con la Russia e la Comunità degli Stati Indipendenti, il Nord Asia e i territori caucasici. È ormai un punto di riferimento delle aziende dell’Italia nord orientale per l’acquisizione degli strumenti finanziari e del know-how necessari all’internazionalizzazione del loro business.
In Croazia ormai operano tantissime imprese italiane. Crede che ci siano le condizioni per veder ampliare ulteriormente la collaborazione in campo economico?
“Certo l’interesse è notevole. Sono numerosi i businessman italiani pronti ai investire in questo Paese”.
Cosa attira gli investitori italiani in Croazia?
“Le ragioni sono molteplici. Innanzitutto dobbiamo tenere bene a mente che la Croazia non è un Paese del ‘terzo mondo’. Senza voler mancare di rispetto a nessuno, però qui la gente sa che cos’è la cultura del lavoro. Poi, non meno importante, sono le opportunità che si offriranno alle imprese che operano in Croazia una volta che il Paese avrà pieno accesso ai fondi strutturali e ai finanziamenti europei in generale”.
Quali sono i campi nei quali pensate che questa collaborazione possa concretizzarsi?
“Si tratta di un ventaglio molto ampio, che spazia dal turismo alla gestione dei rifiuti, dalle attività manifatturiere a quelle portuali. Ma precisiamo subito una cosa importante. Il nostro scopo non è quello di delocalizzare la produzione trasferendo gli stabilimenti dal Triveneto in Croazia. Tutt’altro, noi vogliamo che si creino nuove società, possibilmente joint-venture a capitale misto italo-croato”.
Come pensate di incentivare questa collaborazione?
“È proprio per questo motivo che abbiamo stretto questa partnership con la PORIN. Per prima cosa dovremo stabilire insieme i protocolli e le strategie da adottare per facilitare gli investimenti italiani in Croazia. Non possono più ripetersi casi di imprenditori che dopo aver tentato per sette anni di avviare un’attività non si sono mossi di un millimetro. La FINEST, infatti, oltre che a finanziare i propri partner, offre loro anche un servizio di consulenze. Un’opportunità molto importante per le piccole e medie imprese che rappresentano il nostro principale target, sebbene non l’unico”.
Come mai avete scelto di collaborare con la PORIN?
“Abbiamo riconosciuto in essa un partner affidabile. Robert Komen ha dimostrato una grandissima serietà, come d’altronde anche gli esponenti della Città di Fiume, il sindaco Vojko Obersnel con la sua concretezza, e della Regione litoraneo-montana, e qui cito il presidente dell’Assemblea, Ingo Kamenar, con il dinamismo. Fondamentale è stato poi il contributo dato all’operazione dall’ambasciatore italiano a Zagabria, Emanuela D’Alessandro, e dal console generale d’Italia a Fiume, Renato Cianfarani. Due servitori dello Stato dei quali l’Italia può andare veramente fiera. Infine, non possono non menzionare l’apporto dato da Paolo Perin, responsabile del settore Marketing e Progetti speciali in seno a FINEST”.
Avete in progetto di instaurare collaborazioni anche con partner di altre aree della Croazia?
“Ben volentieri. Guardiamo con grande interesse anche ad altre regioni, ad esempio l’Istria. A settembre saremo a Zagabria per concordare la nostra adesione a una sorta di Confindustria per le imprese italiane promossa in seno all’Ambasciata d’Italia”.
Per quando possiamo attenderci i primi risultati concreti di questa collaborazione?
“Ora siamo in procinto d’incontrarci con i rappresentanti della Zagrebačka banka (Gruppo Unicredit), Privredna banka Zagreb (Gruppo Intesa Sanpaolo) e Veneto Banca, anche perché nonostante i finanziamenti che può mettere in campo la FINEST, e vi assicuro che non si tratta di importi da sottovalutare, senza i soldi degli istituti di credito tutto si complica. Ad ogni modo ritengo che sia plausibile attendersi i primi risultati concreti di questa collaborazione già a partire dall’anno prossimo. Ovviamente avremmo bisogno anche dall’aiuto dei mezzi d’informazione, ad esempio la vostra testata, che meriterebbe di avere una distribuzione più capillare a Trieste e in generale sul territorio italiano”.
Di recente al Campus universitario di Tersatto ha iniziato a concretizzarsi una partnership tra l’Ateneo di Fiume e investitori italiani. Che ruolo può avere il mondo universitario nel vostro progetto?
“Indubbiamente la comunità accademica e la ricerca scientifica hanno tutti i presupposti per ricoprire un ruolo di primo piano nello sviluppo dei rapporti economici e non solo tra i nostri Paesi. In questo contesto menzionerei pure l’importanza della conoscenza della lingua italiana, alla quale in queste aree dovrebbe essere riconosciuto un ruolo non secondario rispetto all’inglese o a lingue quali il russo, che in futuro finirà con l’assumere un’importanza sempre maggiore”.
Krsto Babić
“la Voce del Popolo” 21 luglio 2012