Il convoglio ha fatto il suo ingresso trionfale il 6 novembre al binario 1 della stazione di Bergamo: ad accoglierlo, in rappresentanza del Gruppo FS anche il Direttore Generale della Fondazione FS Luigi Cantamessa, le autorità civili tra cui l’assessore bergamasca della Regione Lombardia Claudia Terzi e i rappresentanti delle associazioni d’arma e tutta una città così laboriosa e così duramente provata dalla prima pandemia , la città della spedizione dei Mille, dei Garibaldini che fecero per primi l’unità della Patria e dei tanti che morirono sul Fronte Orientale della Prima Guerra Mondiale. A rendere gli onori militari la fanfara del terzo reggimento Carabinieri «Lombardia» e un Plotone Interforze. Anvgd Bergamo: presente!
Il treno della memoria. Il viaggio che condusse la salma del Milite Ignoto da Aquileia a Roma nel 1921. Un evento entrato prepotentemente nella cultura italiana, grazie al sentimento collettivo che accompagnò l’intero viaggio del feretro: il treno viaggiò infatti a velocità moderata, incontrando in ogni località l’emozione della gente comune, che salutava il simbolo del sacrificio di un popolo in difesa della Patria. Mai come in questo caso il treno divenne un simbolo di unità nazionale. Così è stato a Bergamo, tra una commozione palpabile (quante lacrime…) e una emozione seria, composta come si addice all’estremo omaggio di saluto a chi ha versato il sangue per la nostra libertà di oggi. Anche il labaro del Comitato provinciale di Bergamo dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia in prima fila: a sorreggerlo con fierezza ed orgoglio il Vicepresidente, esule da Fiume, Edoardo Uratoriu, accompagnato da Francesco Porcelli, Consigliere Anvgd Bergamo ed amatissimo genero del compianto Presidente comm. Vincenzo Barca che di sicuro era presente tra noi con i colori dell’adorato tricolore.
Si è conclusa così una settimana di impegno e partecipazione dell’ANVGD Bergamo a fianco delle Istituzioni Cittadine e del Comitato Provinciale di Assoarma di cui la nostra Presidente Elena Depetroni è Segretaria:
1 novembre, Ore 15.00 | Chiesa di Ognissanti
Santa Messa celebrata da S.E. il Vescovo Mons. Francesco Beschi
Ore 16.00 | Campo dei Veterani e Reduci delle Patrie Battaglie
Benedizione e deposizione della corona d’alloro
Ore 16.15 | Mausoleo Ossario
Onori ai Caduti, benedizione e deposizione delle corone d’alloro
Il primo novembre, infatti, come da tradizione, il vescovo Francesco Beschi presso la Chiesa del cimitero civico, presiede una Messa solenne in suffragio di tutti i defunti della città, concelebrata da alcuni parroci delle parrocchie cittadine. Presenti anche le autorità civili, politiche e militari. Al termine, corteo in due tappe per rendere omaggio ai Caduti di tutte le guerre: Campo dei veterani e reduci di guerra; Mausoleo Ossario Onori ai caduti.
Il nostro labaro (protetto dalla pioggia) ha sfilato lungo tutto il corteo.
FESTA DELL’UNITÀ NAZIONALE E GIORNATA DELLE FORZE ARMATE VENERDI’ 4 NOVEMBRE
Ore 09:30 | Rocca
Deposizione corone d’alloro
Ore 10:00 | Piazza Matteotti
Deposizione corone d’alloro a Palazzo Frizzoni
Ore 10:15 | Piazza Vittorio Veneto
Onori ai Labari, ai Gonfaloni e alla Massima Autorità
Cerimonia di Alzabandiera
Onori ai Caduti e deposizione corone d’alloro alla Torre dei Caduti
Lettura del messaggio del Presidente della Repubblica
Intervento del Sindaco
Onori finali
Il 4 novembre. Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, la festa fu istituita nel 1919 come “Anniversario della Vittoria” per ricordare i caduti del primo conflitto mondiale. Il Gen. Armando Diaz, comandante in capo delle Forze Armate italiane, nel bollettino della Vittoria annunciava agli italiani “La guerra contro l’Austria-Ungheria che l’Esercito Italiano, inferiore per numero e per mezzi, iniziò il 24 maggio 1915 e con fede incrollabile e tenace valore condusse ininterrotta ed asprissima per 41 mesi, è vinta (…). I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo, risalgono in disordine e senza speranza le valli che avevano disceso con orgogliosa sicurezza (…)”.
Trento e Trieste erano ricongiunte all’Italia: Cesare Battisti, Fabio Filzi, Nazario Sauro vedevano compiuto il sogno loro e delle popolazioni italiane delle terre “irredente”.
L’unificazione territoriale, politica e istituzionale dell’Italia era stata interamente realizzata.
Furono i combattenti ed i reduci che con il sostegno delle comunità locali avviarono il culto della memoria dei commilitoni caduti con la costruzione dei primi monumenti e l’apposizione di lapidi commemorative. Il 4 novembre diventò così il giorno della commemorazione, della riconoscenza per il sacrificio dei propri figli, del popolo in armi che nel 1919 ricevette un riconoscimento politico con l’introduzione del suffragio universale maschile. Dal 26 ottobre al 4 novembre 1921, l’intera Nazione accompagnò il treno che trasportava la salma del Milite Ignoto da Aquileia a Roma per essere tumulata all’altare della Patria, al Vittoriano, il monumento funebre di Vittorio Emanuele II, che da allora diventò l’epicentro delle solennità nazionali.
Commemorazione a Bergamo da cui abbiamo iniziato questo resoconto.