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«TLT mai nato: l’Onu non nominò il governatore» (Il Piccolo 12ago13)

Paladino dell’italianità. Degli esuli che scelsero l’Italia nel dopoguerra a prezzo di tutto. Presidente della Lega nazionale. Per settimane Paolo Sardos Albertini, avvocato, e con la Lega nazionale anche gestore del monumento e del museo della Foiba a Basovizza, è stato a guardare interdetto.

Poi ha deciso di dire quel che pensa delle “propagande” del Movimento Trieste libera, che promette il Territorio libero rileggendo i trattati di pace emergenziali del ’47, e che soprattutto si affanna a ripetere che “Trieste non è Italia”. Sardos Albertini però non ne fa una battaglia politica, ma punta dritto sulla verità storica.

Avvocato come vede lei la questione?

Vedo che il tema “Territorio libero di Trieste” è improvvisamente tornato d’attualità. Qualcuno se ne è fatto paladino occupando generosamente la cartellonistica cittadina. Per evitare troppi equivoci (e magari speculazioni) può forse meritare qualche semplice puntualizzazione. Che finora non avevo creduto necessario fare.

Perché ieri no e oggi sì?

Perché è una teoria talmente sballata e assurda. Non potevo credere che qualcuno ci sarebbe andato dietro. L’unica cosa che mi piacerebbe sapere è chi ci mette i soldi, in questo movimento. Ma non volevo proprio espormi per contestare gente che va dicendo in giro “due più due fa cinque”. Una sciocchezza. A un certo punto però ho visto che più di uno comincia a credere che “due più due fa cinque”. E allora ho detto no, adesso proprio basta.

Tornando alle somme corrette, qual è per lei il punto cardine del discorso?

È sicuramente vero che il Trattato di pace del ’47 prevedeva una nuova entità statuale (sul territorio che va dal Lisert al Quieto), ma condizionava la sua nascita alla nomina, da parte del Consiglio di sicurezza dell’Onu, di un governatore.

E fin qui è storia.

Sì, ma poiché tale nomina non è mai stata fatta, ne è derivato che il Territorio libero di Trieste mai è venuto in essere. Sicché lo Stato italiano mai ha trasferito la sovranità su tale territorio al nuovo soggetto statuale (come sarebbe dovuto avvenire in forza del Trattato).

Dunque si parla oggi di rimettere in vita una cosa che non era mai nata?

Certo. Con il Memorandum di Londra del ’54 Inghilterra e Usa, che amministravano la cosiddetta Zona A (dal Lisert a Muggia) hanno trasferito allo Stato italiano tale amministrazione, su tale territorio (che includeva Trieste), che così è tornato a essere pienamente Italia. Sia per la sovranità (mai cessata) che per l’amministrazione (così recuperata). Per il restante territorio (la cosiddetta Zona B, da Muggia al Quieto) il Memorandum ha previsto l’amministrazione civile jugoslava. Sarà solo col Trattato di Osimo che avverrà la cessazione della sovranità italiana a favore della Jugoslavia.

Dunque non ci sono falle nella legislazione?

Per quanto detto, è chiaro che il territorio già destinato al TlT è attualmente, a pieno titolo, in parte Italia e in parte Slovenia e Croazia (in quanto subentrate alla Jugoslavia). La pretesa di far nascere, oggi, quel Territorio libero di Trieste (che mai ebbe a nascere) risulta privo del benché minimo fondamento giuridico e politico e in palese contrasto con i minimi criteri di semplice buon senso. Tanto da risultare quasi imbarazzante il doverlo affermare.

Gabriella Ziani
www.ilpiccolo.it 12 agosto 2013

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