LUBIANA Un secco "no" al rigassificatore di Zaule. Come si prevedeva, il governo sloveno ha ieri ufficializzato la sua bocciatura del progetto del terminal "Gas Natural" nell'area ex Esso, nei pressi di Muggia, e sara' questa la posizione che Lubiana presenterà all'incontro italo-sloveno in programma mercoledì' prossimo nella capitale slovena. «Le nostre osservazioni non sono state prese in considerazione e il rigassificatore, dal punto di vista dell'impatto ambientale transfrontaliero, è inaccettabile» ha sintetizzato le conclusioni del governo il ministro dell'ambiente Karl Erjavec.
Spiegando più in dettaglio le manchevolezze che Lubiana ha riscontrato nella documentazione italiana, il ministro ha sottolineato l'impatto inaccettabile del terminal sulla sicurezza della navigazione nel golfo di Trieste, sulla sicurezza in generale e sulla biodiversità nelle acque dell'intero Alto Adriatico. Inoltre, il governo sloveno non ha assolutamente gradito che nell'incartamento sul rigassificatore di Zaule si menzioni, seppur marginalmente, il progetto per il terminal «off shore» a meta' golfo. «Siamo convinti che tutti i riferimenti all'altro progetto debbano essere rimossi dalla documentazione relativa al rigassificatore di Zaule. Altrimenti questi documenti potrebbero di fatto tracciare la strada pure al terminal off shore». Erjavec ha già inviato una lettera alla sua omologa italiana Stefania Prestigiacomo.
Nella missiva, oltre a definire «inaccettabile» il progetto del rigassificatore, il ministro sloveno ha rinnovato la richiesta per il completamento della documentazione relativa all'impatto ambientale transfrontaliero ed ha chiesto spiegazioni circa le accuse della rete di associazioni ambientaliste «Alpe Adria Green». Gli attivisti di AAG, come noto, hanno accusato la «Gas Natural» di aver falsato gli studi sull'impatto ambientale per ottenere le licenze necessarie. La falsificazione riguarderebbe i dati sulla profondità e la temperatura dell'acque del golfo di Trieste, nonchè sui rischi ambientali in casi di incidente. Nella valutazione di questi rischi, la societa' che sta portando avanti il progetto avrebbe omesso di nominare la presenza, in area, di altri impianti energetici, cosa che di fatto stravolge il giudizio sulla potenziale pericolosità del terminal. A differenza di quanto aveva fatto pochi giorni la Commissione interministeriale slovena incaricata di seguire la problematica dei terminal, che aveva parlato della possibilità di denunciare l'Italia alla Corte europea se le osservazioni slovene al progetto del terminal non saranno incluse nella documentazione sull'impatto ambientale, il ministro Erjavec ha preferito comunque lasciare ancora spazio al dialogo: «Siamo in una fase in cui tentiamo di risolvere la questione a livello bilaterale. Tra pochi giorni ne parleremo e vedremo cosa dirà la parte italiana alle nostre osservazioni».
Dopo la presa di posizione del governo sloveno sono arrivate gia' le prime reazioni. L'Alto adriatico e' un'area sensibile dal punto di vista ambientale, ha ricordato il deputato capodistriano del partito Zares Franco Juri, e Lubiana e Roma dovrebbero decidere insieme come e quanto sfruttarla per sistemarvi impianti di questo tipo. Nel trattare la problematica energetica, il governo sloveno ieri non si e' limitato a parlare del rigassificatore di Zaule. Come annunciato dal ministro dell'economia Matej Lahovnik, entro la fine del mese saranno concluse le trattative tra Lubiana e Mosca sulla parte slovena del gasdotto »South Stream«, che dal 2015 colleghera' Russia ed Europa occidentale bypassando l'Ucraina.