LUBIANA «Un anno fa la parte italiana ci garantì che nessuna decisione sull'ubicazione del terminal sarebbe stata presa senza il consenso del governo sloveno. Quella affermazione, per noi, resta un punto di riferimento anche nei futuri colloqui sul rigassificatore».
Ha risposto così, il ministro degli esteri sloveno Samuel Zbogar, ai giornalisti che ieri – nel corso dell'ordinaria conferenza stampa mensile – gli hanno chiesto quale sarà la posizione di Lubiana sul progetto del terminal «Gas Natural» nell'area ex Esso a Zaule all'incontro intergovernativo italo–sloveno, in programma mercoledì prossimo a Lubiana. «E' comunque una problematica molto complessa – ha ammesso il ministro, che non ha voluto aggiungere altri dettagli – se ne occupa a fondo il ministero dell'ambiente».
Oggi, ricordiamo, il governo sloveno esprimerà ufficialmente la sua posizione sul progetto del rigassificatore dopo che lunedì scorso un'apposita commissione interministeriale, presieduta dal sottosegretario all'Ambiente Zoran Kus, lo aveva giudicato «inaccettabile per la Slovenia, dal punto di vista dell'impatto ambientale transfrontaliero».
Il confronto sul rigassificatore, e sui presunti studi ambientali «truccati da Gas Natural per ottenere le licenze necessarie» – questa l'accusa formulata dalla rete di associazioni ambientaliste Alpe Adria Green – sarà sicuramente uno dei temi caldi dell'incontro italo–sloveno della prossima settimana.
Il ministro degli esteri sloveno ha dedicato ampio spazio anche ai rapporti tra Lubiana e Zagabria e al contenzioso sul confine. A partire dall'incontro di fine luglio tra i premier Borut Pahor e Jadranka Kosor, ha spiegato Zbogar, è nettamente migliorato il clima nelle trattative, ed è stata ripristinata la necessaria fiducia tra le parti. «Ora dobbiamo lasciar lavorare la diplomazia e darle tutto il tempo necessario per trovare una soluzione» ha dichiarato il ministro sloveno, che non ha voluto però commentare le parole della premier croata Jadranka Kosor, che a Danzica, a margine della commemorazione dell'inizio della Seconda guerra mondiale, ha detto che «il problema è da considerare risolto al 95 per cento».
Secondo Zbogar, è molto difficile parlare di percentuali «l'importante è che si dialoghi e che si cerchi una soluzione che permetta a entrambe le parti di uscirne da vincitori».
L'irrisolta questione del confine – specie quello marittimo, ma anche quello terrestre – è alla base del blocco sloveno delle trattative di adesione della Croazia all'Unione europea.
Alcuni mesi fa una mediazione tra Lubiana e Zagabria è stata tentata anche dal commissario europeo per l'allargamento Olli Rehn, ma il suo tentativo non ha avuto successo.