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Lubiana-Zagabria: è guerra fredda (Il Piccolo 06 mar)

di MAURO MANZIN

TRIESTE Slovenia-Croazia: la guerra fredda continua. Tra dichiarazioni e contro dichiarazioni la vicenda del veto di Lubiana all’adesione di Zagabria all’Ue per questioni di confine sembra sempre più complessa. A margine dell’ultimo vertice dei premier dell’Unione europea il contenzioso è venuto alla luce. Pahor non ha perso l’occasione per svolgere un’accurata azione di lobbing (la Slovenia è rimasta alquanto isolata tra i Ventisette per il veto alla Croazia). E ha lanciato una proposta al premier della Cechia, Mirek Toplanek: spostare la conferenza intergovernativa del 27 marzo di uno o due mesi per dare tempo a Lubiana e Zagabria di cercare un accordo con la mediazione dell’Unione europea, la cui missione dovrebbe essere guidata dal premio Nobel per la pace, il finlandese Martti Ahtisaari come proposto dal commissario Ue all’Allargamento, Olli Rehn. Ricordiamo che la Slovenia chiede alla Croazia il ritiro di alcuni documenti presentati durante la mediazione con l’Ue nel processo di adesione relativi proprio ai confini tra i due Stati.

Ambivalente la risposta di Zagabria. «La Croazia non accetterà mai l’entrata in qualsivoglia associazione internazionale, dando in cambio una porzione del proprio territorio nazionale». Il premier croato Ivo Sanader ha voluto ribadire ancora una volta il rifiuto di Zagabria ad un’eventuale soluzione compromissoria con la Slovenia, relativa al contenzioso confinario, che ha visto Lubiana porre il veto alle trattative di adesione della Croazia con Bruxelles, complicando pure l’ingresso dei «vicini meridionali» nella Nato. Sanader ha rilasciato la dichiarazione al termine dell’ incontro che ha visto presenti le massime cariche dello Stato e i presidenti dei partiti parlamentari, riunione incentrata sui rapporti bilaterali con la Slovenia e sulle soluzioni da adottare per arrivare allo sblocco del veto lubianese. Il presidente della Repubblica, Stipe Mesic, il presidente del Sabor (il parlamento croato), Luka Bebic, e lo stesso primo ministro hanno avuto una riunione durata due ore e mezza, durante la quale è stato sottolineato il «no alla cessione di parti del territorio croato», come pure la necessità che le questioni bilaterali non incidano in alcun modo sui negoziati che un giorno dovrebbero consentire alla Croazia di fare parte della grande famiglia europea.

«Salutiamo la proposta di Bruxelles sulla mediazione europea – così Sanader – mentre dobbiamo ancora valutare e discutere l’eventuale istituzione di una commissione di tre persone, capeggiata da Martti Ahtisaari, che dovrebbe proporre le soluzioni da adottare. L’importante è che la Slovenia ritiri il suo veto e che la vertenza sia posta all’attenzione della Corte internazionale di Giustizia, per una decisione inappellabile».

Parole che non hanno fatto breccia nella sensibilità diplomatica slovena. Il premier, Borut Pahor, ha infatti annunciato che la Slovenia ha deciso di uscire dalla commissione bilaterale sloveno-croata incaricata di preparare un accordo sull'eventuale arbitraggio di una corte internazionale nella disputa sul confine marittimo tra i due Paesi. «In base al rapporto sull'operato della commissione siamo arrivati alla conclusione che essa ha esaurito le proprie possibilità e pertanto deve concludere i lavori», ha detto. Con questa decisone Lubiana rinuncia alla possibilità, appoggiata da Zagabria, di portare la questione dei confini nel golfo di Pirano davanti a un giudice internazionale, come la corte di giustizia all'Aja.

Ma l’Ue non si arrende e il commissario europeo all'Allargamento, Olli Rehn ha affermato ieri a Bled che «l'unica soluzione praticabile per la soluzione del contenzioso sul confine tra la Croazia e la Slovenia e per il conseguente via libera sloveno ai negoziati di adesione di Zagabria all'Ue è quella dell'aiuto offerto dalla Commissione europea», ovvero di una mediazione. Rehn ha invitato i due Paesi ad accettare la sua proposta, dicendosi fiduciosi «sulla risposta positiva dei due governi». Al di là delle parole, però, ad avvere il sopravvento è il buio totale.

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