Togliamo da un libro dello scrittore-viaggiatore austriaco H. Fink, pubblicato a Vienna, alcuni cenni sulla Abbazia della fine del XIX secolo. Scrive l’autore: “Nel 1888, un anno e mezzo prima della sua tragica fine a Mayerling, il successore al trono austriaco arciduca Rodolfo allora trentenne, trascorse un po’ di tempo ad Abbazia ospite dell’industriale ebreo Kuranda. Qui Rodolfo venne ben presto considerato un frequentatore di quelle che si definiscono “cattive compagnie”. (…) Lo scandalo venne soffocato a stento, ma Abbazia diventò un luogo di cui si cominciò a parlare in tutta la Monarchia. (…) Grazie al clima dolce, alla salubrità dell’aria ed a tale propaganda la località divenne molto rapidamente la preferita per i bagni invernali della Monarchia. Nel 1899 venne dichiarata ufficialmente luogo di cura. Sorsero alberghi, ville, parchi e nuove strade, venne costruita la Promenade lungo il mare fino a Lovrana. Vi si recarono re, principi, arciduchi, l’alta borghesia, cocottes dominavano sulla scena sociale, piccoli e grandi scandali vi si alternavano. Anche l’attività della diplomazia internazionale s’intrecciò sempre più spesso con Abbazia che di buon grado, dagli scrittori di viaggio della vecchia Austria, veniva indicata come ‘la perla della Monarchia’”.
Più avanti lo stesso autore aggiunge: “Abbazia è stata effettivamente un importante luogo di vacanza per ammalati di cuore, ma anche per romantici esteti i quali si rallegravano semplicemente di ammirare il bellissimo paesaggio che si offriva loro passeggiando sulla Promenade, una passeggiata di chilometri lungo il mare, dove non solo infatuati cercavano di ritornare alla vita normale. Camminando, non si poteva fare a meno di raggiungere pure il bel parco cittadino con le sue piante ed alberi esotici, le sue testimonianze storiche ed il più antico albergo della città con una decorativa facciata testimonianza della vecchia Austria”.
Dunque la Promenade, meglio il Lungomare. Costruito a tappe, si estende da Volosca a Laurana per una lunghezza complessiva di 12 chilometri. Il promotore del suo attuale assetto fu la Società per l’abbellimento di Abbazia (Abbazianer Verschönerungsverein) e i sovrintendenti ai lavori, che via via furono Heinrich Gintl, Alfred Manussi e Corrado Rubbia ebbero dei grossi problemi soprattutto per l’acquista dei terreni. Molte delle controversie vennero risolte soltanto grazie all’autorità e spesso all’intervento dell’allora Capitano distrettuale Jettmar. Il primo tratto, ossia la tappa settentrionale Volosca-Slatina venne ultimata nel 1889, allorché Abbazia divenne – anche formalmente – Stazione di cure termali.
La parte più a ovest, invece, praticamente quella che collegò il centro a Laurana, fu conclusa appena nel 1911 grazie all’impegno del medico Julius Hortenau il quale fu colui che risolse la gran parte delle difficoltà con i ricchi e spesso invadenti proprietari delle molte ville che nel frattempo erano state costruite lungo tutta la costa, i quali proprietari mal vedevano il passaggio dei vari vacanzieri lungo quella che, fino ad allora, era stata la costa di loro esclusiva proprietà. Fu così che la passeggiata toccò praticamente la gran parte delle opere principali della storia abbaziana, collegando i vecchi sanatori della costa settentrionale, il porto, il Lido, le ville storiche Angiolina e Amalia, l’albergo Quarnero e la chiesa di San Giacomo, agli alberghi della costa meridionale e una delle testimonianze del suo lungo secolo sono anche le nodose e poderose querce che spesso lo accompagnano.
Alcune una volta notissime caratteristiche del Lungomare sono purtroppo andate perdute nell’alternarsi degli anni e dei regimi: non c’è più il busto dell’ammiraglio Littrow, è scomparso il ponticello di Otto Masarei dinanzi all’albergo Admiral, manca un bassorilievo dedicato a Billroth distrutto durante la seconda guerra mondiale (rimpiazzato da un altro nei pressi della chiesetta di San Giacomo). Il busto di Julius Schüler (direttore delle Ferrovie Meridionali austriache, il quale effettuò grandi investimenti per la costruzione dei primi alberghi), opera di Rathausky (che tra l’altro è anche l’autore della fontana di Helios e Selene e della Madonna del Mare) si trova oggi tra i banani di Parco Angiolina…
Una delle principali caratteristiche del Lungomare oggi è rappresentata dalla “Ragazza con il gabbiano” che si trova in cima al promontorio che si estende dinanzi all’ex cimitero. Scultura recente, opera del maestro Car, venne qui eretta nel 1959 ed è appunto divenuta il simbolo di Abbazia. Sino ad allora, ovvero fino a che il maltempo (ma non si è proprio certi che un tale fatto sia accaduto) non l’ebbe distrutta, qui stava la statua della Madonna del Mare. Vi era stata posta nel 1891 per vegliare l’anima del conte Arthur Kesselstadt, scomparso nei pressi del promontorio travolto dai flutti di un’improvvisa tempesta durante la quale perse la vita anche sua moglie la contesse Fries, mentre il loro figlio Georg venne salvato. La copia dorata di questa Madonna del Mare oggi si può vedere dinanzi alla chiesa di San Giacomo, la cui abbazia ha appunto dato il nome alla località.
Abbiamo appena accennato alla chiesa di San Giacomo che sorge praticamente nella parte centrale del Lungomare. Eretta all’incirca verso il 1420, come colonia dei benedettini profughi dal convento friulano di S. Pietro di Rosazzo, come abbiamo già detto ha dato il nome all’intero abitato sorto successivamente. Oggigiorno conserva ben poco del suo aspetto originario: nel 1506 l’abate Simone fece tramezzare e ampliare la chiesa come scritto sulla lapide murata sulla facciata. Sede di svariati e spesso feroci processi giudiziari, ma anche di feste e di sagre, più volte cambiò gli ordini ecclesiastici ai quali apparteneva; nei suoi pressi sorse il cimitero e nel XIX secolo ospitò la prima scuola.
La Villa Angiolina, nel cui bellissimo parco oggi si snoda una piccola parte del Lungomare, è certamente l’edificio che contrassegnò l’era turistica della zona. La sua costruzione risale al 1844 da parte dell’ingegnere fiumano Iginio Scarpa e deve il proprio nome alla già allora defunta moglie del costruttore. Fu appunto questa villa che aprì le porte a tutta una serie di importanti ospiti e viaggiatori, tra i quali si annoverano l’ex imperatrice austriaca Maria Anna, il botanico Heinrich Noë, il bano croato Josip Jelačić…
Il Lungomare naturalmente sfiora e percorre anche i porti situati da Volosca a Laurana, cioè Icici e Ika. Per quanto riguarda Abbazia, molto probabilmente il suo più antico porto fu la caletta dinanzi alla chiesa di San Giacomo, il cosiddetto “Portić”, che oggi può ospitare soltanto pochi e piccoli natanti. L’attuale porto vero e proprio venne comunque già segnato sulle carte geografiche nel lontano 1820 quale “Porto Herdt”. In seguito, le sue dimensioni furono più volte modificate dal costruttore della Villa Angiolina per i suoi yacht e navi varie, mentre il definitivo ampliamento avvenne all’inizio del XX secolo.
L’albergo Quarnero (oggi Kvarner) davanti al quale scorre un tratto del Lungomare terrazzato, fu il primo albergo di Abbazia e probabilmente anche il primo della costa orientale dell’Adriatico. Fu eretto nel 1884 in soli dieci mesi, sul terreno a vigneto della famiglia Tomašić da maestranze e da materiali provenienti praticamente da tutte le parti della Monarchia asburgica. Venne concepito inizialmente come sanatorio, per la qual cosa si ritenne opportuno trasferire il cimitero adiacente in altra località. La parte vecchia è quella meridionale mentre la settentrionale ospitò i bagni caldi. Distrutti questi da un incendio al loro posto venne eretta la cosiddetta Sala dei cristalli che ancora oggi ospita delle importanti manifestazioni.
Nelle vicinanze c’è da ricordare la Villa Amalia, eretta nel 1890 quale dependance del Quarnero, che di solito ospitava i clienti più esigenti che desideravano soggiornare in un luogo a parte rispetto alla rimanente clientela. Accolse infatti Francesco Giuseppe I e Guglielmo II, la famiglia imperiale tedesca, la danzatrice Isadora Duncan, e, tra le due guerre, fu la residenza dei Savoia. Qui vennero ospitati anche Karol ed Elisabetta (alias Carmen Sylva) coppia reale rumena alla quale appunto si deve la “Passeggiata nel bosco” che doveva in qualche modo pareggiarsi con il Lungomare.
Il re rumeno Karol, nel 1896 durante un suo soggiorno con la moglie nella villa Amalia, durante una cavalcata giornaliera si perse nel bosco sottostante Apriano. Furioso, l’indomani si recò direttamente dal capitano distrettuale barone Arthur von Schmidt-Zabierow per protestare sul mancato assetto e contrassegno dei sentieri. Allorché il furbo capitano si lagnò discretamente della mancanza di denaro per una tale “passeggiata” che doveva in qualche modo competere con il Lungomare, Karol depose generosamente sul tavolo una notevole somma di denaro, somma che doveva venir utilizzata a tale scopo. Effettivamente essa fu spesa bene, poiché l’assetto del sentiero boschivo oggi Carmen Sylva (si tratta naturalmente della regina rumena Elisabetta moglie di re Karol che firmava i suoi versi con questo pseudonimo), fu ultimato nel 1901. I sentieri boschivi abbaziani furono misurati in modo preciso, contrassegnati a distanze di dieci minuti e attrezzati di panchine per il riposo. Venne inoltre contrassegnato come via “di primo e secondo ordine”, il che stava a significare passaggi piani o quelli leggermente inclinati, mentre l’intera lunghezza della passeggiata era valutata sull’ora e mezza.
Il sentiero oggi non è certo più quello di un tempo solcato com’è da accessi, scalinate, giardini, ma è riuscito comunque a conservare la spontaneità dei sempreverdi, degli asparagi selvatici, dei muschi, dei ciclamini tra muri troppo spesso malmessi. Lungo detto itinerario si trovano dei veri e propri ricordi del passato che ravvivano la passeggiata. Chi desidera effettuare l’intero percorso, dovrà passare dal tunnel sotto la strada nuova, seguire il viottolo boschivo fino alla sorgente Vrutki (che si attraversa grazie a un ponticello e che una volta era il centro delle lavandaie) e quindi risalire l’erta serpeggiante per raggiungere il sentiero vero e proprio. In questo modo si può raggiungere il primo belvedere, la “Fortezza piccola”, quindi dopo aver oltrepassato il posto dove una volta si poteva ammirare una lapide dedicata a Goethe, si continua fino all’abitato di Varljeni, dove a 180 metri sul livello del mare si trova la “Fortezza Grande”. Un itinerario che effettivamente abbiamo tentato di fare ma ci è stato impedito dai lavori delle nuove costruzioni che in parte continuano a ostruirlo. Comunque questo, nei piani del re Karol Waldweg di Romania, doveva essere un’alternativa di pace e di tranquillità al molto più frequentato Lungomare.
Mario Schiavato
“la Voce del Popolo” 20 ottobre 2012