Tra le ricorrenze del 2024, particolarmente significativo sarà il centenario dell’Università degli Studi di Trieste, che nel 1924 mosse i primi passi dopo che vani erano stati i tentativi di istituirla durante la dominazione austriaca del capoluogo giuliano.
Se dapprima si trattò della richiesta della classe imprenditoriale che si era sviluppata attorno alle fortune del Porto Franco, in seguito la richiesta di un ateneo divenne uno dei cavalli di battaglia della classe dirigente liberalnazionale e del nascente irredentismo. Dopo le tre guerre d’indipendenza, infatti, l’impero asburgico non aveva più al suo interno università con lingua d’insegnamento italiana e la formazione della coscienza nazionale nelle terre irredente (Venezia Giulia, Trentino, Fiume e Dalmazia) passava anche attraverso l’insegnamento non solo scolastico ma pure universitario. L’attivazione di singoli corsi in italiano ad esempio ad Innsbruck, portò alla concentrazione di studenti italiani nel capoluogo tirolese, ove ebbero luogo manifestazioni e tafferugli che videro tra i protagonisti anche i trentini Alcide De Gasperi e Cesare Battisti.
Troviamo sul sito dell’Università triestina queste informazioni in merito alla sua nascita dopo l’annessione della Venezia Giulia al Regno d’Italia ufficializzata con il Trattato di Rapallo (1920):
Grazie al voto del corpo docente e all’impegno finanziario del Comune di Trieste, che devolveva i fondi raccolti sotto la dominazione austriaca per la realizzazione dell’università, il preesistente Istituto Superiore di Studi Commerciali veniva costituito, con regio decreto 8 agosto 1924, n. 1338, in “Università degli Studi Economici e Commerciali”, comprendente la sola Facoltà di Scienze Economiche e Commerciali. Primo rettore ne fu il giurista Alberto Asquini, titolare della cattedra di diritto commerciale.
Dal 1° dicembre 1930 il rettorato veniva assunto da Manlio Udina, titolare della cattedra di diritto internazionale. Udina si adoperò per il potenziamento dell’Università triestina, giovandosi dell’appoggio del ministro dei Lavori Pubblici dell’epoca, il triestino Cobolli Gigli, e del sostegno del ministro dell’Educazione Nazionale Bottai. Questi, in occasione di una visita all’Università, il 15 maggio 1938, annunziava l’istituzione della nuova Facoltà di Giurisprudenza, ordinata nei due corsi di laurea in giurisprudenza e in scienze politiche: impegno, questo, concretizzatosi con il regio decreto 8 luglio 1938, n. 252, con il quale si disponeva, al contempo, che l’Ateneo, ormai costituito da due facoltà, assumesse la denominazione di ”Regia Università degli Studi”.
Nei decenni successivi, l’Università avrebbe registrato un progressivo sviluppo, con l’insediamento graduale di ulteriori dieci facoltà: Ingegneria (1942), Lettere e Filosofia (1943), Scienze Matematiche Fisiche e Naturali (1946), Farmacia (1956), Scienze della Formazione (1956), Medicina e Chirurgia (1965), Scienze Politiche (1974),Scuola Superiore di Lingue Moderne per Interpreti e Traduttori (1978), Psicologia (1997) e Architettura (1998).
In occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico 2023/2024, nel corso del quale verrà raggiunto il traguardo del secolo di vita, è stata anche data notizia che in primavera verrà conferita la Laurea Honoris Causa al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e all’ex Presidente della Slovenia Borut Pahor come riconoscimento per i gesti di riappacificazione e di riconoscimento delle rispettive memorie storiche e tragedie consumatesi lungo la frontiera adriatica nel secolo scorso. L’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia ha da subito evidenziato in particolare l’importanza della visita congiunta dei due Capi di Stato al Monumento nazionale della Foiba di Basovizza avvenuta quel 13 luglio 2020.
Lorenzo Salimbeni