«Se Roma attaccherà la nostra specialità, non saremo da soli a difenderla». Una firma per il Nord ma anche per il Friuli Venezia Giulia, spiega Renzo Tondo dopo un’altra tappa verso la Macroregione settentrionale: un impegno sottoscritto a Sirmione da Fvg, Veneto, Lombardia e Piemonte. Ma, se l’asse Pdl-Lega esulta, Pd e terzo polo aprono già la polemica. Ivano Strizzolo parla di «trovata pubblicitaria», il ministro Andrea Riccardi addirittura di «funerale» dell’autonomia.
Tondo, ieri sul lago di Garda, sigla con i colleghi Luca Zaia e Roberto Cota, oltre che con il “regista” Roberto Maroni che parla di «sindacato del territorio per competere con Roma e Bruxelles», un patto in cui, secondo il governatore, «viene riconosciuta la serietà della nostra gestione della specialità: responsabilità, non privilegio». Si intitola “Impegno delle Regioni alpine del Nord per la macroregione alpina” l’intesa sottoscritta all’hotel Terme, presenti anche i sindaci di Verona Flavio Tosi, di Pavia Alessandro Cattaneo e l’ex ministro Mariastella Gelmini.
Due cartelle con sette punti in realtà molto generici. Si va dall’obiettivo di linee politiche integrate a nuove forme di collaborazioni anche transfrontaliere, dalle sinergie economiche, infrastrutturali, culturali, sanitarie e ambientali al fronte comune per sfruttare le opportunità delle nuova programmazione comunitaria 2014-2020. Al punto 5 la questione fiscale, l’unico approfondimento concreto. Come vuole la Lega, le Regioni ordinarie si impegnano a «richiedere l’attribuzione e l’utilizzo in ambito regionale, prevedendo una riduzione della pressione fiscale, di risorse in misura non inferiore al 75% del gettito tributario complessivo», mentre lo “speciale” Fvg, «attiverà un apposito tavolo di negoziazione complessiva».
Se non riparte il Nord, non riparte il Paese, condividono i governatori del centrodestra. «Abbiamo fatto squadra – insiste Tondo – perché le Regioni ordinarie hanno dato pieno atto alla specialità, esercitata responsabilmente, e indicato quella Fvg come pietra di paragone per le altre “speciali” e modello per le ordinarie». Ancora più in sintesi: «Anziché piazzare lo stop alle speciali, si ragiona sull’opportunità di una maggiora specialità per tutti, sempre che sia gestita virtuosamente».
«Le condizioni poste dal presidente – precisa il coordinatore Pdl Isidoro Gottardo – sono state recepite: non rinunciamo a nulla della nostra autonomia». Tondo, auspicando che facciano parte del progetto pure Liguria, Trento, Bolzano e l’Emilia Romagna, entra poi nel merito in tema di fisco rilevando le conseguenze negative per tutto il Paese «quando un’azienda dal Veneto o del Fvg va a piazzare la propria attività in Slovenia perché là trova le imposte al 23% e una burocrazia più snella». E risponde poi alla domanda politica: passo avanti verso la riconferma, anche in regione, dell’accordo con il Carroccio? «Non è un caso che il Nord amministrato da Pdl e Lega pensi più di tutti a ridurre tasse e burocrazia per aumentare occupazione e produttività», dice Tondo mentre Zaia, con cui il presidente Fvg ha parlato di terza corsia e accordi tra finanziarie, parla di «patto d’attacco». E aggiunge: «Vorrei vedere scritto anche il sottotitolo “basta Roma, basta Sud”».
Posizioni da leghismo doc che centro e sinistra respingono con forza. Il ministro Riccardi attacca: «Con la Macroregione del Nord, una forma di nazionalismo localista, si celebra il funerale di un’autonomia Fvg che è virtuosa e andrebbe rafforzata». Tuona anche il Pd con Strizzolo: «Non è accettabile che il presidente Fvg, anziché valorizzare la specialità, sfregi l’autonomia prestandosi ancora una volta a coinvolgerci in un pasticcio politico-istituzionale anticamera dell’annessione al Lumbard-Veneto». Quindi Debora Serracchiani: «Tondo, sempre al traino di qualcuno, si chiami Berlusconi, Bossi o Maroni, arinuncia a trattare direttamente con Roma e si mette nelle mani di tre leghisti cui non importa niente del Fvg».
Marco Ballico
“Il Piccolo” 17 febbraio 2013