“La Commissione europea non ha posto alcuna condizione oltre a quella relativa alla data posta come limite (per l’attuazione del mandato d’arresto europeo, nda). Non ci sono altre condizioni, nessun altro argomento si è trovato sul tavolo negoziale. La Commissione europea non ha mai posto la questione della prescrizione”.
Così il ministro della Giustizia, Orsat Miljenić, replicando ai deputati dell’opposizione che hanno criticato aspramente le mosse del governo in merito alle modifiche della Lex Perković, sottolineando come la strada che si sta percorrendo aprirà a breve nuovi scontri con Bruxelles. “Le modifiche proposte fanno sì che la prescrizione del reato sia un motivo che impone obbligatoriamente di rifiutare l’estradizione”, ha tuonato l’opposizione. “La modifica che impone di negare l’estradizione nei casi in cui il reato contestato è entrato in prescrizione viene proposta per motivi di certezza del diritto. Si tratta di una misura che è in vigore in altri 13 Paesi, tra i quali anche la Germania, e la Commissione europea non ha mai avanzato alcuna obiezione. Riteniamo che la certezza del diritto sia maggiormente garantita se le condizioni per l’estradizione vengono definite dalla legge e non se il tribunale deve decidere di caso in caso chi estradare e chi no. Si tratta di una questione importante per lo stato di diritto e per tale motivo abbiamo proposto questa modifica”, ha spiegato il ministro Miljenić.
Il titolare del dicastero della Giustizia si è soffermato anche sulla data di entrata in vigore del mandato d’arresto europeo senza limitazioni temporali, come concordato con la Commissione UE. “La data del 1.mo gennaio (2014, nda) è stata fissata nell’ambito del compromesso raggiunto. Non vedo perché aprire adesso un dibattito su questo punto”, ha affermato Miljenić, invitando i deputati dell’opposizione a “non portare il dibattito sul piano dei casi concreti e a non personalizzarlo. Sono questioni di competenza dei tribunali, che devono decidere se un fatto è prescritto o meno”.
Il ministro ha evitato così di rispondere nel merito a quanti chiedevano se la disposizione proposta dal governo sia uno strumento pensato per evitare l’estradizione dell’ex agente dei servizi segreti jugoslavi Josip Perković alla Germania, dove è accusato dell’omicidio dell’emigrante croato Stjepan Đureković. Inevitabile, pertanto, una nuova tornata di interventi da parte dell’opposizione. Ante Babić (HDZ) ha così ricordato che soltanto la settimana scorsa il premier Zoran Milanović ha spiegato che l’estradizione di Perković non è possibile fino a quando non sarà modificata la Costituzione in quanto in Croazia il reato che gli viene contestato è entrato in prescrizione. Per Davorin Mlakar (HDZ) il governo ostacolerebbe l’azione degli organi giudiziari. “Noi non siamo un branco di Puffi ai quali dovete raccontare la scoperta dell’America. Non siete gli unici ad aver partecipato ai negoziati”, ha detto seccamente.
Da precisare che i toni del dibattito parlamentare sono stati particolarmente accesi nel corso della mattinata. È in apertura della discussione sulle modifiche alla legge che regola l’attuazione del mandato d’arresto UE che tra i deputati dell’HDZ e quelli dell’SDP c’è stato un aspro scambio di accuse. “Non so perché i rappresentanti del governo desiderino tutelare 23 agenti dell’Udba jugoslava che hanno commesso dei crimini”, ha detto i deputato dell’HDZ Josip Đakić, suscitando la reazione di Nenad Stazić (SDP), che ha replicato: “Accuse di questo genere arrivano dai rappresentanti del partito che si trova sotto processo per furti, ruberie e per aver depredato il proprio popolo”.
Infine, per quanto riguarda le annunciate modifiche alla Costituzione, con le quali sarebbe sancita l’imprescrittibilità di tutti gli omicidi aggravati, inclusi quelli commessi per ragioni politiche, Davorin Mlakar ha annunciato che “l’HDZ non sosterrà alcuna modifica alla Costituzione e soprattutto non quelle fatte ‘alla selvaggia’”.
chb / “la Voce del Popolo” 2 ottobre 2013
Movimentata seduta al Sabor sul tema del mandato europeo di estradizione (foto www.index.hr)