Cerimonie di inaugurazione o conclusive di Expo, Olimpiadi e Campionati Mondiali di Calcio: il curriculum di Balich Wonder Studio è ampio, qualificato ed autorevole. Promotore di questa prestigiosa macchina organizzativa per grandi eventi di rilevanza mondiale è Marco Balich, professionista veneziano nato nel 1962 in una famiglia originaria di Spalato.
Consigliere dell’Associazione Dalmati Italiani nel Mondo – Libero Comune di Zara in Esilio e vincitore del 20° Premio Niccolò Tommaseo (solo per restare nell’ambito della sua orgogliosa rivendicazione di appartenenza alla Dalmazia), Balich è stato intervistato dall’agenzia di stampa AdnKronos riguardo la cerimonia che venerdì scorso ha dato ufficialmente inizio alle Olimpiadi di Parigi: ha definito la manifestazione «priva di emozione e di bellezza».
Scendendo nei dettagli, Balich ha proseguito: «Non c’era la proverbiale eleganza e bellezza di cui l’Europa e Parigi sono detentori ed è mancato il calore della gente» e ancora «Non sono stati celebrati nel modo dovuto i simboli olimpici, che invece sono la base della cerimonia, gli atleti in primis. Mettere alcune nazioni africane o i rifugiati su dei barconi e quell’accozzaglia un po’ disordinata non ha permesso di raccontare la bellezza dei ragazzi».
Senza omettere le gaffe «come la bandiera olimpica al contrario o i capi di Stato lasciati sotto la pioggia con un impermeabilino e senza una tettoia dignitosa, trascurando così degli aspetti che fanno intrinsecamente parte della celebrazione dei Giochi». Aggiungiamo che nella giornata di ieri all’inizio della gara di esordio del Sud Sudan alle Olimpiadi nella pallacanestro maschile è stato diffuso l’inno del Sudan, paese con il quale il giovane Stato africano ha combattuto una lunga e cruenta guerra per ottenere l’indipendenza…. [LS]