Come strappare il velo dell’ipocrisia e dare la sveglia. Al Pd. Uscita «scomoda» quella del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella che ieri, nella ricorrenza della Giorno del ricordo, celebrata a Montecitorio, ha dato sicuramente un dispiacere al popolo della sinistra che tanto ha fatto per eleggerlo. Mattarella, andando dritto al cuore del problema e della storica negazione della vera verità, da parte, all’epoca del partito comunista e poi di tutti i suoi successivi derivati politici, ha usato infatti queste precise parole: «Per troppo tempo le sofferenze patite dagli italiani giuliano-dalmati con la tragedia delle foibe e dell’esodo, hanno costituito una pagina strappata nel libro della nostra storia». Fuor di semplice metafora, ovvio che il tono della dichiarazione del capo dello Stato è suonato come una decisa, inequivocabile, sottolineatura di quel comportamento ambiguo, riguardo alla tragedia, per decenni adottato largamente, salvo qualche eccezione, da autorevoli esponenti della sinistra. Quella ufficiale, rappresentata dall’ex Pci, e quella extraparlamentare, che ancora oggi ne incarna e ne sostiene le istanze più radicali.
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