Questa volta dalle carte ingiallite (purtroppo spesso rovinate all’angolo superiore sinistro dalla ruggine prodotta da fermagli e spilli) dell’archivio della sede storica dell’ANVGD a Venezia è “saltata fuori” una ben documentata notizia relativa all’accoglimento degli esuli polesi sbarcati a Venezia con la motonave “Toscana”. La notizia se fosse stata reperita prima dell’uscita del libro “L’accoglienza degli esuli giuliano dalmati a Venezia. Memorie e testimonianze” di Alessandro Cuk e Cristiana Spadaro sarebbe senz’altro stata inserita al suo interno.
Il primo viaggio del “Toscana” partì da Pola il 2 febbraio 1947, l’ultimo il 20 marzo del medesimo anno trasportando ad Ancona, e soprattutto a Venezia, circa 16.800 profughi. Sono noti gli episodi di intolleranza verso gli esuli al loro arrivo e sbarco nei due porti. Analizzando questi incresciosi episodi, possiamo dire che al di là di una comprensibile indifferenza delle popolazioni delle due città data la situazione sociale ed economica del momento, le contestazioni furono messe in atto solo su ordini superiori, dagli attivisti dei partiti della sinistra: comunisti e socialisti e dal sindacato, al tempo unitario, ma da loro monopolizzato, la CGIL.
La notizia è questa: a Venezia oltre all’impegno delle istituzioni locali e umanitarie (Comune, Prefettura, Croce Rossa e altre ancora) ci fu naturalmente anche quello del Comitato Giuliano di Venezia (succeduto all’Ufficio Assistenza Profughi Giuliani sede staccata del C.L.N. dell’Istria) che si adoperò per mobilitare un gran numero di persone di ogni livello sociale e professionale per accogliere ed assistere questa grande massa di esuli. Terminata l’emergenza, al presidente di allora, l’avv. Alvise Quarantotti Gambini (fratello dello scrittore e giornalista Pier Antonio Quarantotti Gambini che dal novembre del 1945 costituì e diresse da Venezia fino al settembre 1949 l’emittente clandestina Radio Venezia Giulia) venne l’idea di far coniare una medaglia in bronzo e, limitatamente, alcune d’argento da consegnare quale riconoscimento tangibile a tutte quelle persone che avevano prestato volontariamente e in modo disinteressato la loro opera durante lo sbarco dei profughi dalla motonave Toscana fornendo loro una prima assistenza umanitaria. Le medaglie furono consegnate con una lettera accompagnatoria a ben 258 persone!
Nell’incartamento è presente l’elenco completo dei nominativi a cui fu assegnata la medaglia ricordo. La medaglia fu opera volontaria dello scultore triestino Marcello Mascherini (Udine 14/09/1906 – Padova 19/02/1983). Nel dritto della medaglia c’è la sagoma dell’Istria e appena abbozzata quella delle isole di Cherso e Lussino, circondata da una corona di spine, al centro un cartiglio con sopra la data 10 – 02 – 1947 e sotto la scritta in lettere maiuscole: MEGLIO L’ESILIO CHE LA SCHIAVITU’; nel rovescio un altro cartiglio contenente il celebre verso dantesco “Si com’a Pola presso del Carnaro, ch’Italia chiude e i suoi termini bagna” (Inferno, canto IX, 113 – 114). Scorrendo l’elenco notiamo persone di ogni professione e ceto, alcune delle quali appartenenti ad istituzioni laiche come la Croce Rossa e religiose come l’ASCI, ma anche alle Forze Armate, soprattutto alla Marina. L’iniziativa fu accolta molto favorevolmente e ne parlarono anche i giornali, per cui si pensò di allargare la platea degli insigniti inviando la medaglia a personaggi di una certa rilevanza sociale, politica e religiosa (tra questi il Vescovo di Fiume Ugo Camozzo, parlamentari come l’On. De Berti e altri ancora).
Flavio Asta
Fonte: Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia – Comitato provinciale di Venezia – 30/06/2022
Elenco degli insigniti della medaglia “Meglio l’esilio che la schiavitù”