TRIESTE «Sotto il profilo etico, quelle di Turk sono parole vergognose, figlie di una sub-cultura che non sa fare i conti con la storia». È durissima la replica del Sottosegretario italiano all’ambiente, Roberto Menia, alle dichiarazioni del presidente sloveno. «Il suo è giustificazionismo – attacca il politico triestino -, la forma attenuata del negazionismo, ovvero la tendenza con cui qualcuno nega il dramma di Auschwitz e altri quello delle foibe».
«L’Italia ha fatto i conti al cento per cento con il fascismo, ripudiando ciò che c’era da ripudiare – prosegue Menia -. Dall’altra parte, invece, lo stesso non si fa con il comunismo, che i fatti dicono essere stato la grande tragedia di queste terre: i morti nelle foibe e l’esodo più grande verificatosi nella storia italiana, qualcosa che invece non è mai successo agli sloveni ed ai croati. Non è possibile si giustifichino questi fatti con le violenze fasciste. Queste non si possono comparare allo sterminio etnico esercitato nei confronti degli italiani». Menia ritiene che Turk «non abbia fatto i conti nemmeno con il presente. La Slovenia è entrata gratis nell’Unione europea, quando l’Italia avrebbe dovuto cogliere l’occasione per risolvere il contenzioso che è ancora in piedi. Una riconciliazione su queste basi sarebbe solo un’inutile parata».
Per il presidente dell’Unione degli istriani, Massimiliano Lacota, «Lubiana dimostra la grande immaturità della sua classe politica, a cui manca il coraggio morale di affrontare le responsabilità del comunismo sloveno».
«Attendiamo che il ministro degli Esteri risponda alle insolenze del presidente sloveno sulla tragedia delle foibe. Pretendiamo rispetto per una Nazione che si è dotata di una legge dello Stato per onorare i martiri massacrati da Tito». Ha dichiarato invece Francesco Storace, segretario nazionale de La Destra.
(m.u.)