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Menia: nessuna riconciliazione (Asca/Ansa 13 lug)

''La verita' e' ben diversa da quella che viene dipinta imbellettata e profumata di rose''. Lo ha dichiarato il sottosegretario all'Ambiente, Roberto Menia, in merito alla visita a Trieste dei tre Presidenti di Italia, Slovenia e Croazia. ''Basta con la retorica del grande momento, dell'immenso atto di riconciliazione, della cronaca che si fa storia'', ha continuato Menia. Secondo il sottosegretario ai Presidenti di Croazia e Slovenia ''era stato rivolto l'invito a partecipare a un grande concerto di Muti in piazza Unita' d'Italia. Bastava dire di si', ma cosi' non e' andata. Lo sloveno Turk, quello che lo scorso 10 febbraio sostenne che l'Italia soffre di un 'deficit etico' rispetto alle colpe sue e del fascismo, ha detto no, a meno che i tre Presidenti non rendessero prima omaggio all'ex hotel Balkan, eletto a 'simbolo delle violenze fasciste e italiane' subite dagli sloveni''. (ASCA)

Menia aggiunge inoltre che a Trieste ''esiste una grande tomba, di migliaia di italiani trucidati a guerra finita dai comunisti jugoslavi: la Foiba di Basovizza, Monumento Nazionale. Se siete uomini giusti andateci, ho detto, da parlamentare triestino che oggi ha anche la ventura di stare al Governo. Il Presidente Napolitano, e cio' mi ha fatto piacere, ha accolto lo spirito di questo invito. Turk – sottolinea – ha detto no''. La decisione di visitare l'ex Balkan e quindi la targa che ricorda gli esuli giuliano-dalmati di fronte alla Stazione ferroviaria, per Menia ''una lastra di marmo posata qualche anno fa e sconosciuta ai piu''', fa si' che ''e' stata cancellata la vicenda storica della stessa Trieste, dell'occupazione jugoslava della citta', con il suo calvario di sangue e di morte. Trieste diventa di fatto solo il capolinea del viaggio di quegli istriani che la Slovenia continua sprezzantemente a chiamare 'optanti', cui riconosce si' il dolore, ma di un qualunque emigrante. Agli stessi tuttora non riconosce diritti, non restituisce neppure un mattone delle case di cui furono depredati. Ecco perche' – conclude il sottosegretario – ho ritenuto di non cantare nel coro e di non partecipare a questa giornata triestina, aspettando tempi migliori''. (ANSA)

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