(ANSA) – ZAGABRIA, 19 FEB – Il presidente della Croazia, Stipe Mesic, in un discorso stasera alla nazione e alla comunità internazionale incentrato sugli ostacoli posti dalla Slovenia al proseguimento dei negoziati di adesione di Zagabria all'Ue e all'adesione della Croazia alla Nato, ha accusato la classe politica slovena di mancare di "senso di responsabilità, coerenza e spirito europeo" e di ricattare la Croazia affinché il contenzioso sul confine marittimo sia risolto a favore della Slovenia. Intervenendo nella 'guerra di dichiarazioni' riaccesasi ieri con un proclama del parlamento sloveno nel quale si sostiene che l'intero Golfo di Pirano è in sostanza territorio sloveno, e non conteso, Mesic ha ribadito la posizione della Croazia che vorrebbe risolvere il contenzioso davanti a una corte internazionale. La responsabilità per la situazione tesa creatasi fra i due paesi è, secondo il presidente croato, "di coloro che rifiutano" un giudice internazionale, ovvero di Lubiana. "Purtroppo la classe politica slovena crede di poter abusare del fatto di essere membro della Nato o dell'Ue in modo da ricattare la Croazia e bloccare il suo cammino verso l'Europa fino a quando Zagabria non accetti un compromesso politico sul confine", ha detto Mesic. Si tratta della critica pubblica più dura fatta finora da una carica istituzionale croata alla Slovenia, dopo il veto sull'adesione all'Ue posto a metà dicembre da Lubiana a causa dal contenzioso sul confine marittimo. "Lo stop posto dalla Slovenia – ha aggiunto Mesic – non è più solo un problema della Croazia, ma dell'intera Unione europea e della Nato". La situazione creatasi nei rapporti tra Zagabria e Lubiana, secondo il capo dello stato croato, "é preoccupante perché il rallentamento del cammino della Croazia verso l'Ue e la Nato influirà anche su altri Paesi della regione dei Balcani e sull'intero concetto di unità europea". La disputa sul confine marittimo è da quasi vent'anni al centro di un contenzioso tra le due ex repubbliche jugoslave. Lubiana sostiene che le appartiene quasi l'intero Golfo di Pirano e di conseguenza l'accesso alle acque internazionali – uno dei principali interessi nazionali più volte proclamati a Lubiana, importante anche per lo sviluppo del porto di Capodistria, maggiore concorrente di Trieste e di Fiume. La Croazia ritiene invece che il bacino andrebbe diviso a metà, soluzione che precluderebbe a Lubiana il libero accesso al mare aperto. (ANSA).