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Mesic: Tito e i comunisti non erano criminali (Voce del Popolo 27 apr)

JASENOVAC – "Raduni del genere, e questo è l'ultimo al quale prendo parte in veste di presidente della Repubblica, sono stati per me sempre come 'ore di storia'. Non ci sono eccezioni neanche quest'anno visto che, le ultime settimane, siamo testimoni di comportamenti selvaggi di coloro che non possono pacificarsi con la realtà storica". Il presidente Stjepan Mesić, ha iniziato così il suo discorso pronunciato ieri a Jasenovac, organizzato per ricordare lo sfondamento del campo di concentramento avvenuto il 22 aprile 1945.

"Evidentemente – ha proseguito – hanno valutato che l'avvicinarsi della fine del mio mandato da loro un motivo per contrastare l'antifascismo e per compromettere le vittime antifasciste. Io dico loro – non sarà così. Ci attaccano in modo primitivo, me e la mia famiglia… Si tratta di pseudostorici dilettanti, di persone condannate per crimini di guerra, spinte da ambizioni irrealizzate. Da persona privata, non risponderei a simili pazzie ma, in qualità di presidente di una Repubblica che ha incluso nella sua Costituzione l'antifascismo, devo farlo", ha detto Mesić.

"C'erano crimini. Ma Tito non è stato un criminale, e nemmeno il sistema dopo la Seconda guerra mondiale. Il mio antifascismo è maturato da queste radici, perché ero testimone dell'Olocausto e il rispetto verso l'antifascismo e gli antifascisti parte dalla conoscenza del loro eroismo per la libertà e per nient'altro che la libertà. È vero, erano guidati dai comunisti e da Tito, l'uomo che in tutto il mondo viene ricordato come un grande statista. Gli si possono imputare tante cose ma non era un criminale come non lo era il suo movimento", ha detto, tra l'altro Mesić.

Alla cerimonia hanno preso parte anche numerose autorità dello stato che hanno deposto corone di fiori e acceso ceri ai piedi del monumento "Fiore" eretto in memoria delle 75.000 vittime del campo di concentramento.

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