(Erica Culiat)
Da oggi (con “Addio Kira!”) all’8 maggio la prima retrospettiva sull’attrice istriana
Da “Mille lire al mese” ai grandi film di Soldati, Hitchcock, Reed e Visconti
Alla fine la scrittrice e giornalista Annamaria Mori ha tenuto fede a quella specie di testamento morale che aveva fatto ad Alida Valli. Non farla morire mai. Infatti, da oggi e fino all'8 maggio, al cinema Ariston di Trieste prende avvio la prima retrospettiva mondiale, intitolata Alida Valli: una, nessuna, centomila, a un anno dalla morte dell'attrice polesana (e quasi a celebrare un simbolico compleanno visto che Alida Maria Laura Altenburger baronessa von Marckenstein und Frauenberg era nata il 31 maggio 1921). Sedici film che documentano la sua lunga carriera, dagli esordi fino agli anni più recenti. La rassegna è stata curata dalla Mori, in collaborazione con Alpe Adria Cinema e Laboratorio Immagine Donna di Firenze. Numerosi i partners istituzionali: la Regione Friuli Veneiza Giulia, il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, la Regione Toscana, il Comune e la Provincia di Firenze, il Comune di Roma, l'Unione Italiana in Istria, la Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia-Cineteca Nazionale, l'Archivio dell'Istituto Luce, la Rai, Telecapodistria e Telecom Progetto Italia, con il patrocinio del Comune di Trieste. Una così lunga lista di sponsorizzatori è doverosa, visto che permetterà alla rassegna, dopo Trieste, di essere esportata a Pola, e allestita in Italia anche a Firenze e a Roma – l'assessore regionale alla cultura, Roberto Antonaz ha sottolineato infatti ieri mattina, durante la presentazione alla stampa al Grand Hotel Duchi d'Aosta, che il sindaco Veltroni, in un incontro, ha appoggiato con entusiasmo l'iniziativa –. I film proposti sono quelli più rappresentativi e meglio conservati tra quel centinaio che l'attrice interpretò, secondo Anna Maria – presente a Trieste – «la nostra diva più grande». «Più grande anche della stessa Sophia Loren, perché oltre ad aver girato molti film in Italia, a Hollywood e in Francia, ha fatto anche tanto teatro in Gran Bretagna, negli Stati Uniti e in Francia, recitando nelle lingue originali».
La rassegna si apre oggi alle 16 con una doppia proiezione (anche alle 20) di Noi vivi – Addio Kira! (Italia, 1942) di Goffredo Alessandrini, tratto dal romanzo Our Lives, della scrittrice Ayn Rand. «Credo sia il film più atteso – ha commentato Annamaria Percavassi, dell'associazione Alpe Adria Cinema di Trieste – perché fu tenuto alla larga dalle sale italiane. Venne tacciato infatti di anticomunismo perché prendeva di mira le degenerazioni dello stalinismo. È con Addio Kira! che il produttore David Selznik nota Alida Valli e la vuole portare in America. Tra l'altro, negli anni Ottanta gli americani scoprono questa pellicola, paragonata a un nuovo Via col Vento e la faranno girare in parecchi festival, cambiando però il finale tragico con un happy end ed eliminando le parti che parlavano di politica». E proprio Addio Kira!, assieme a La vita ricomincia di Mario Mattoli (Italia, 1945) e a Il grido di Michelangelo Antonioni, presentato già nel mese di gennaio al Trieste Film Festival come anteprima della rassegna dedicata all’atrice istriana, è stato sottoposto a un delicato lavoro di rigenerazione e ristampa in modo da poter essere riprosto sul grande schermo. Il restauro è stato reso possibile grazie al contributo dell'Assessorato regionale alla cultura e di Telecom Progetto Italia, per il quale ieri era presente Antonio Concina.
Gli altri film inseriti nella rassegna vanno da Mille lire al mese (Italia, 1939) di Max Neufeld a Piccolo mondo antico di Mario Soldati, dal romanzo di Antonio Fogazzaro (Italia, 1941), per cui la Valli ricevette, appena ventenne, alla Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia il premio come miglior attrice a Eugenia Grandet (Italia, 1946) ancora di Mario Soldati, fino ai grandi successi internazionali come Il caso Paradine (Usa, 1947) di Alfred Hitchcock, Il terzo uomo (GB-Usa, 1949) di Carol Reed, I miracoli non si ripetono (Francia-Italia, 1951) di Yves Allegret e il capolavoro diretto da Luchino Visconti, Senso (Italia, 1954).
Ospite d'onore per la serata conclusiva Giuseppe Bertolucci, che insieme al fratello Bernardo individuò nella Valli una delle proprie icone, valorizzando l'attrice proprio sul finire della carriera. Di Giuseppe Bertolucci la rassegna presenterà Segreti segreti, del 1984, mentre La strategia del ragno è il film firmato da Bernardo nel 1972. Si prevede anche la realizzazione di un video sull'attrice, di una mostra fotografica e di un incontro-convegno.