Micheletti, il medico eroe della strage di Vergarolla

Un chirurgo che opera 24 ore senza interruzioni per salvare più vite umane possibile dopo che si è consumata la strage più sanguinosa nella storia dell’Italia repubblicana causata dall’esplosione di un deposito di mine. E mentre opera scopre che tra le decine di vittime ci sono anche i suoi due figli, Carlo e Renzo, di 5 e 9 anni di età. E come loro ci sono anche tantissimi altri bambini negli oltre 100 morti di quel 18 agosto 1946, ma solamente 65 salme verranno identificate poichè tanti corpi sono stati fatti a brandelli dall’esplosione. Era una domenica e tante famiglie erano accorse ad assistere ad una manifestazione sportiva sulla spiaggia di Vergarolla, vicino a Pola, città la cui sorte era ancora in bilico fra Italia e Jugoslavia dopo la Seconda Guerra Mondiale. Su quella spiaggia erano state accumulate e disinnescate mine subacquee recuperate dalle acque del porto militare di Pola, ma una mano omicida proveniente dai servizi segreti jugoslavi causò la terribile conflagrazione. Quella tragica giornata segnò l’esistenza del medico triestino Geppino Micheletti, chirurgo dell’ospedale Santorio Santorio di Pola.

Micheletti ricevette per la sua opera la Medaglia d’Argento al Valor Civile e la Grande Medaglia d’Oro del Comune di Pola, seguendo poi la quasi totalità dei suoi concittadini nell’esodo che svuotò il capoluogo istriano in seguito alla cessione della città alla Jugoslavia comunista. La sua storia è stata raccontata in un dvd, che adesso è disponibile anche su YouTube con sottotitoli in croato, affinchè pure i polesani di oggi conoscano questa terribile vicenda. Si tratta di un progetto portato avanti dall’Associazione Italiani di Pola e dell’Istria – Libero Comune di Pola in Esilio e dall’Associazione De Historia, le quali hanno presentato la loro opera in una conferenza stampa svoltasi giovedì 11 luglio al Senato della Repubblica.

A fare gli onori di casa il Senatore Guido Liris, il quale è anche medico e quindi si è sentito particolarmente coinvolto da questa vicenda: «Il camice del medico contiene lo stretto indispensabile per operare, mi ha profondamente commosso che Micheletti dopo Vergarolla abbia sempre tenuto in una tasca del suo camice una scarpetta, che era tutto ciò che fu ritrovato del figlio morto nell’attentato»

«La storia di Micheletti è la storia di un’ingiustizia, perchè non è giusto che questa carneficina sia praticamente sconosciuta – ha proseguito il Senatore Roberto Menia – Iniziative come questa servono per far conoscere a sempre più persone la strage di Vergarolla e la tragedia di Pola, la città simbolo dell’Esodo giuliano-dalmata in cui il 10 febbraio 1947 si compì il gesto disperato di Maria Pasquinelli che uccise il comandante della guarnigione britannica della città»

Nicoletta Proietti, Presidente di De Historia, ha raccontato che la sua associazione, nata nel 2016, ha voluto rendere omaggio ad un grandissimo medico, di cui è ancora vivo il ricordo a Narni, in provincia di Terni, nel cui ospedale Micheletti lavorò negli ultimi anni della sua vita dopo aver abbandonato Pola assieme a quasi 30.000 suoi concittadini (su 32.000 abitanti circa che la città dell’arena aveva allora): «Il documentario di Francesco Fagnani Geppino Micheletti. Un eroe istriano a Narni è stato presentato l’anno scorso a Pola durante il raduno annuale degli esuli polesani, è stato diffuso in dvd e adesso sarà disponibile anche sul nostro canale YouTube con sottotitoli in croato»

«Quella di Micheletti è una storia esemplare che dobbiamo raccontare – ha ribadito Emanuele Merlino, capo della Segreteria tecnica del Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano – Noi portiamo i nostri figli nel futuro, ma sulle spalle abbiamo la nostra storia da tramandare: sulle vicende del confine orientale il Ministero della Cultura non si sta impegnando solamente per realizzare il Museo del Ricordo, ma ha stanziato anche un finanziamento per ampliare il Centro di Documentazione del Monumento Nazionale della Foiba di Basovizza a Trieste»

E che il ricordo di Micheletti, medico che andava casa per casa a verificare le condizioni dei suoi assistiti, sia ancora vivo a Narni lo ha testimoniato la vicesindaco della località umbra, Alessia Quondam Luigi: «Micheletti, morto nel 1961, è stato non solo un medico bravo e disponibile, ma anche un magnifico dirigente sanitario: gli abbiamo intitolato i giardinetti vicino all’ospedale, ma ancora altre iniziative organizzeremo per celebrarne la memoria».

Hanno patrocinato e sostenuto il convegno varie sigle, come la Federazione delle Associazioni degli Esuli istriani, fiumani e dalmati, l’Ordine dei Medici di Roma (il Presidente Antonio Magi ha inviato un messaggio di saluto) e la Società Dante Alighieri, il cui Segretario Generale Alessandro Masi ha auspicato che si faccia sempre più luce su queste pagine di storia. La Preside della Scuola Media Superiore Italiana di Pola Dante Alighieri, Debora Radolović, ha riferito che oltre alla lapide vicino al Duomo che ricorda la strage e Micheletti, nella città dell’arena c’è una crescente consapevolezza di questa tragedia: una consapevolezza che la fruibilità in lingua croata del documentario aiuterà a diffondere, come ha evidenziato Vito Paoletić, autore della traduzione.

Donatella Schürzel, Presidente del Comitato provinciale di Roma dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, che ha patrocinato l’evento, ha ripercorso nel suo intervento la vita di Micheletti, cugino dell’intellettuale goriziano Carlo Michelstaedter, morto suicida da giovane, e le dinamiche della strage di Vergarolla: «Fu medico militare durante la Seconda guerra mondiale ma è nella febbrile opera di assistenza prestata il 18 agosto 1946 che dimostrò di essere un eroe senza usare le armi»

Graziella Cazzaniga, Presidente dell’AIPI-LCPE, ha dichiarato che gli esuli ed i loro discendenti sono «uniti e tenaci nel volere che il mondo conosca questa storia e in particolare vogliamo organizzare sempre più iniziative dedicate agli studenti», mentre il giornalista e storico Francesco Fagnani ha illustrato la genesi del documentario dedicato a Micheletti: «Ho scoperto casualmente la sua storia e sono rimasto colpito da come quest’uomo abbia attraversato i dolori e le sofferenze della guerra a partire dal 1938 – ha raccontato Fagnani – allorché fu colpito dalle leggi razziali, per cui cambiò il cognome e si convertì al cattolicesimo per poter continuare ad esercitare la professione. Non dobbiamo poi dimenticare la figura della moglie, Iolanda Nardin, sempre al suo fianco in mezzo al lutto ed alla disperazione»

Lorenzo Salimbeni

Il documentario GEPPINO MICHELETTI. Un eroe istriano a Narni può essere visto al seguente link:

https://www.youtube.com/watch?v=zGcL1-W6rPw

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