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Minoranza slovena contro Comune di Trieste (Il Piccolo 04 set)

di GABRIELLA ZIANI

L’Unione slovena impugnerà il Piano regolatore di Trieste davanti al Tar. Chiederà che ne sia invalidata l’adozione perché il documento è a suo giudizio in contrasto con la legge di tutela degli sloveni. E ha già allargato il contenzioso coinvolgendo direttamente il governo di Lubiana. Che ha ammonito la Regione, nella persona del presidente Tondo e dell’assessore all’Urbanistica Federica Seganti, in visita ufficiale al governo sloveno nelle scorse settimane.

Si prospettano dunque battaglie nuove e in forma inedita, dopo quelle già abbondanti che hanno preceduto il sofferto voto in consiglio comunale. L’Unione slovena è durissima: «Il Piano regolatore – afferma il segretario Peter Mocnik – prefigura un attacco concentrico di tipo politico a tutto il Carso con la previsione di nuovo inurbamento, ora lì il centrosinistra ha solo una lieve maggioranza, e va contro l’articolo 21 della legge di tutela sulla minoranza slovena che cita espressamente il divieto per le norme urbanistiche di violare i diritti di conservazione storica e culturale delle aree abitate da popolazione slovena».

Già la circoscrizione di Opicina aveva dato compattamente voto contrario alle norme del nuovo Prg, contrastando non solo le zone «C» di espansione edilizia concentrate su quella fetta di territorio, ma soprattutto la destinazione «residenziale, turistica, espositiva, alberghiera…» della ex caserma di Banne, l’insediamento turistico deciso per il terreno (venduto in corso d’opera) di Padriciano, la configurazione data alla zona di Longera (quartiere-cuscinetto con la città) e a quella di Trebiciano.

«È anche un problema politico – commenta Mocnik -, il Prg ha una struttura fatta apposta per danneggiare gli sloveni, non sono state eliminate da Opicina le zone edificabili, bensì sono state soppresse tutte le aree a destinazione economica, vicino al parco Globojner, a Padriciano e Trebiciano, ed è stata soppressa anche la zona commerciale di Basovizza, forse discutibile ma utile, e non è vero che lo sviluppo è stato trascurato, ci sono al contrario imprenditori le cui pratiche d’insediamento non vengono mai approvate dal Comune e che ora hanno perso il diritto, inoltre a Banne e Padriciano quel che il piano regolatore indica potrà essere realizzato solo da grandi imprese venute da fuori, impoverendo il tessuto produttivo locale».

Il mese scorso, nel corso di un incontro ufficiale tra il presidente Tondo e l’assessore leghista Federica Seganti (appena incaricata anche della delega agli Affari comunitari), il ministro per gli sloveni all’estero, Bostjan Zeks, ha avvertito gli ospiti delle «gravi conseguenze che il Piano regolatore di Trieste potrebbe portare agli sloveni che vivono sul territorio». Secondo i resoconti dell’incontro diffusi nella minoranza slovena lo stesso primo ministro sloveno Pahor avrebbe ricevuto rassicurazioni dalla Seganti: «Il Prg non è stato ancora approvato, la Regione non lo ha ancora esaminato, Padriciano sarà un insediamento turistico e non residenziale».

«Ci sono stati chiesti attenzione e sostegno alle attività culturali slovene – ricorda l’assessore – e abbiamo detto che compatibilmente con le risorse faremo la nostra parte, ma che se saranno necessari tagli anche le attività slovene ne avranno in proporzione, poi ci è stato segnalato che il Piano regolatore di Trieste porta inurbamento nell’area carsica, con la citazione di Opicina, Padriciano e Trebiciano, ma io ho risposto che la Regione non l’ha ancora preso in esame, che avrei dato un occhio, ma che comunque la potestà è del consiglio comunale».

«In verità – prosegue la Seganti – l’inurbamento casomai lo prevedeva il Prg precedente, lo stesso Mocnik insisteva allora per edificare in Carso con insediamenti solo residenziali, tutti per questo lo chiamavano in consiglio comunale il ’’piano Mocnik’’. Allora andava bene, adesso si limita l’edificabilità e va male. La minoranza slovena si tutela con asili e scuole, con teatri e conservazione delle tradizioni – prosegue l’assessore regionale -, qui facciamo opposizione politica oppure vogliamo tutelare le minoranze? Stiamo attenti».

A Lubiana il discorso su Trieste, ricorda ancora Seganti, si è prolungato durante il pranzo ufficiale. «Ho ricordato al ministro che il mondo sta cambiando, ma va con un profondo senso di rispetto verso la tutela del patrimonio storico, architettonico, linguistico della minoranza slovena. Ho detto che la minoranza slovena anzi s’incrementa grazie ai matrimoni misti, e che almeno il 20% di bambini italiani frequenta le scuole slovene, consentendo così fra l’altro di tenerle aperte».

Il sindaco Dipiazza, di fronte a questo scenario e non al corrente dell’intervento del governo sloveno, si irrigidisce assai: «Ma allora qui abbiamo un nuovo padrone. Il governo sloveno interviene sul rigassificatore, e anche sul Piano regolatore. Vorrei vedere se l’Italia si comportasse allo stesso modo con Lubiana. Anche qui, io son sicuro, c’è solo un prezzo da pagare. Se saldiamo i conti del teatro sloveno in pesante passivo poi anche il Piano regolatore andrà bene. Altro che tutela degli sloveni in Carso».

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