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Minoranze e rancori: i torti della storia (Il Piccolo 05 ago)

LETTERE

E siamo alle solite, nemmeno la presenza di tre presidenti, a Trieste, è servita a placare gli animi. C’è ancora tensione e rancore in una parte della città, che forse non si rende conto di quello che è successo. L’Hotel Balkan ha rappresentato l’inizio della sofferenza, per i popoli di lingua slovena e croata, le foibe hanno rappresentato l’epilogo finale, dove italiani ma anche sloveni e croati hanno pagato con la vita. Ma dei sudtirolesi non parla nessuno? Dopo 20 anni di angherie (torture, delitti, chiusura giornali, scuole e quant’altro) dopo il ’39-’40 il signor Mussolini voleva sbarazzarsi dei tirolesi (come Tito con gli istriani) mandandoli in Germania.

Un paradosso è successo il 23 marzo ’44 a Roma in via Rasella dove furono uccisi in un attentato 33 sudtirolesi del reggimento Bozen. Questi giovani avevano optato per restare in Italia, erano filoaustriaci, e secondo il prefetto Mastromattei, erano ostili al nazismo. Alla fine della guerra 80.000 tirolesi erano spariti. Nel 1946 trentini e tirolesi volevano tornare con l’Austria. Ma i popoli del litorale adriatico meritavano tutto questo? La risposta è no. Solo la parte dalmata prima del ’18 ha subito un’influenza veneziana (1407-1797), per il resto dell’Italia non c’è traccia.

Stessa sorte toccò a centinaia di sacerdoti, sloveni e croati (torturati, pestati, espulsi), ne sanno qualcosa i vescovi Karlin, Bartolomasi, e il migliore di tutti, Luigi Fogar, il quale aveva frequentato le scuole elementari della Lega nazionale (dove dare una sberla a uno slavetto era all’ordine del giorno). Lui si sentiva cittadino austriaco, ma anche cattolico romano. Se qualcuno vuole aggiornarsi si legga il capolavoro dello scrittore Claus Gatterer «In lotta contro Roma». Quest’anno ricorre l’anniversario dei 150 anni dell’unità d’Italia. Falso. Quale unità? E del Canton Ticino vi siete dimenticati, visto che fino al 1802 era territorio italianissimo, come mai, certi partiti e politici non rivendicano il Canton Ticino, come mai la Lega nazionale non apre sedi e scuole nell’italianissima città di Lugano? Per un semplice motivo economico: l’Austria italiana dava fastidio, la Svizzera italiana fa comodo.

Lettera firmata

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