Dopo cinque anni di prevalente isolamento il Friuli Venezia Giulia “può riagganciarsi all’Europa” anche attraverso la collaborazione transfrontaliera tra le comunità linguistiche e i Paesi contermini: la Regione rafforzerà questo reciproco percorso. È quanto ha affermato il presidente della V Commissione consiliare per la Cultura, le Autonomie locali e le Lingue minoritarie Vincenzo Martines, oggi, al Convegno internazionale sulle Lingue e i Diritti delle Minoranze linguistiche, svoltosi nella sede della Regione a Udine in occasione dei vent’anni della Carta europea delle Lingue regionali e minoritarie.
L’incontro, al quale hanno preso parte numerosi esperti italiani e stranieri del settore, è stato organizzato dal Dipartimento di Scienze giuridiche e della Cattedra Jean Monet dell’Università di Udine in collaborazione con la direzione centrale Cultura e Relazioni internazionali della Regione FVG.
Al Convegno è emersa la necessità, d’altronde in diverse occasioni richiesta dal Parlamento europeo e dalle minoranze stesse, di ratifica da parte dello stato italiano della Carta europea. Nell’ambito dell’analisi delle diversità e delle similitudini è stata evidenziata la valenza europea delle istanze di tutela espresse dalle minoranze, che cercano, con diversi risultati (in stretta correlazione naturalmente con i mezzi investiti) di valorizzare e diffondere la propria lingua. Per fronteggiare il continuo e cospicuo calo delle risorse si progetta un maggiore utilizzo dei fondi comunitari.
Un altro aspetto critico è rappresentato dalla precarietà dei contratti di lavoro per gli addetti agli sportelli linguistici e di altre strutture, che non permette la necessaria progettazione in questo settore. Se ieri i partecipanti al Convegno hanno approfondito la conoscenza relativa alle problematiche delle minoranze presenti in Spagna, Francia, Slovenia, Austria e Croazia, oggi è stata a loro presentata la situazione della comunità friulana, slovena e germanofona nella regione Friuli Venezia Giulia.
Velia Plozner ha sottolineato come la valorizzazione delle forme arcaiche del tedesco sia, nelle zone montane, strettamente correlata con il mantenimento dei servizi di base in loco. Zaira Vidau (SLORI) ha posto l’attenzione su come gli Enti locali dovrebbero promuovere tra i cittadini l’uso della lingua slovena. William Cisilino (ARLeF) ha evidenziato la mancanza di una programmazione linguistica nella nostra regione e ha spiegato come l’ottenimento dei fondi comunitari dipenda anche dalle proprie risorse allocate.
(fonte www.regione.fvg.it 7 giugno 2013)
Udine, la sede della Regione Friuli Venezia Giulia (foto www.panoramio.com)