ANVGD_cover-post-no-img

Mitili a rischio in Istria e Dalmazia (Il Piccolo 23 apr)

di ANDREA MARSANICH

FIUME Scattato in Croazia, soprattutto lungo la costa, l’allarme biotossine marine. È stato il ministero dell’Agricoltura, Foreste e Pesca a lanciare un appello in cui si invitano cittadini, turisti e titolari dei centri di ristorazione a prestare la massima attenzione ai consumi di molluschi bivalvi, uova e lumache di mare.

Il pericolo è legato ad una possibile intossicazione, che potrebbe rivelarsi anche grave e la cui origine è stata spiegata nell’appello del dicastero: in questi ultimi tempi, diverse zone dell’Adriatico stanno avendo una consistente fioritura di alghe fitoplancton, contenenti biotossine, di cui si nutrono le su esposte specie. Il rischio di essere intossicati c’è, è reale e dunque vanno prese tutte le precauzioni possibili.

Si deve stare attenti quando si ordinano cozze, ostriche, capesante, mussoli, dondoli (i tartufi di mare), vongole ed anche lumache e uova di mare, tutte delizie di cui molte persone vanno ghiotte, ma che potrebbero nascondere l’insidia delle biotossime. Secondo i responsabili del ministero, non bisogna scherzare soprattutto con le uova di mare (microcosmus sulcatus), che – filtrando quotidianamente enormi quantità di acqua – si pappano le alghe tossiche, costituendo pertanto un pericolo per la salute dell’uomo.

In questo senso va detto che l’uovo di mare è un prodotto molto ricercato negli ultimi anni, che viene offerto in diversi ristoranti della riviera istro – quarnerino – dalmata e che vede in prima fila quali consumatori i clienti italiani. Il microcosmus sulcatus, ritenuto il più potente afrodisiaco tra gli organismi marini, può dunque fare spedire coloro che lo consumano diritto all’ospedale, con grado di intossicazione che dipende da tipo e quantitativo di biotossine ingerite.

Non c’è da scherzare dunque, con i cittadini e i proprietari di ristoranti e trattorie che vengono invitati ad acquistare i frutti di mare esclusivamente presso i rivenditori autorizzati. I prodotti devono inoltre possedere il regolare contrassegno, mentre i commercianti hanno l’obbligo di avere la documentazione concernente la compravendita.

«Coloro che acquistano molluschi bivalvi, ricci, lumache e uova di mare direttamente dai raccoglitori o comunque da persone non autorizzate – così nel documento diffuso dal ministero – lo fanno a proprio rischio e pericolo». A complicare la situazione, sostengono i veterinari croati, è la nuova disposizione di legge – scattata agli inizi del mese scorso – in base alla quale non sono più obbligatori i controlli veterinari sui pescherecci, che in pasato venivano effettuati prima che pesci, molluschi e crostacei finissero sul mercato.

Al posto dei controlli, sono gli stessi pescatori a dovere compilare un documento in cui garantiscono che il prodotto da loro pescato e messo in commercio è idoneo dal punto di vista igienico – sanitario. Va rilevato che un paio di giorni dopo l’entrata in vigore della nuova regola, in una trattoria di Laurana vi è stato un caso di intossicazione per consumo di pesce azzurro. «Mangiare pesci, molluschi bivalvi e crostacei – questa l’ opinione degli operatori veterinari croati – è diventato purtroppo molto rischioso, per l’ assurdità di una disposizione che andrebbe assolutamente cambiata».

0 Condivisioni

Scopri i nostri Podcast

Scopri le storie dei grandi campioni Giuliano Dalmati e le relazioni politico-culturali tra l’Italia e gli Stati rivieraschi dell’Adriatico attraverso i nostri podcast.