La città si trasformerà. Alcuni suoi luoghi – le piazze, gli slarghi, le rive del Natisone – appariranno diversi, nuovi, agli occhi di chi è abituato a vederli ogni giorno. E stupiranno chi li vede per la prima volta. Un parco si tramuterà in laguna. Una piazza di sera a luglio si riempirà di foglie, come se fosse autunno. Lungo la riva del fiume sorgerà un campo di pannocchie. E nella piazza che fiancheggia il Duomo appariranno sedie e tavolini di marmo, come a Trieste, al Caffè San Marco.
Da uno dei libri più appartati di Claudio Magris, “Microcosmi”, volume di meditazioni e suggestioni evocate dai luoghi più cari allo scrittore triestino, mondi separati, circoscritti, laterali, Giorgio Pressburger ha tratto un nuovo progetto teatrale. I nove capitoli del libro saranno le nove “stazioni” che gli spettatori di Mittelfest toccheranno in questa randagia maratona di teatro che si snoderà attraverso Cividale, per oltre cinque ore. “Microcosmi” è lo spettacolo di punta delle prime giornate di MittelFest 2013.
Sabato 13 luglio, alle 19.30, il pubblico entrerà letteralmente nel libro attraversando l’enorme portale-copertina (il volume, premio Strega 1997, è pubblicato da Garzanti) e si lascerà guidare nelle geografie che Magris ha sentito più vicine a sé. Dal leggendario tavolino al Caffè San Marco, alle tracce di esistenze passate nella laguna di Grado, dalla Valcellina alle colline che coronano Torino, dalle pietre di Cherso e Lussino fino all’ombra perpetua del Giardino Pubblico. Per dare impulso teatrale a “Microcosmi” Pressburger ha voluto oltre 50 attori, da quelli più noti (l’ordine alfabetico è di rigore: Gianfranco Candia, Paolo Fagiolo, Ester Galazzi, Adriano Giraldi, Giorgio Lupano, Maria Grazia Plos, Alessandro Mizzi, Ariella Reggio, Antonio Salines , Marcela Serli, Maurizio Zacchigna) ai tanti giovani e maturi interpreti dell’area amatoriale della nostra regione.
Saranno loro a “raccontare” i quasi 300 personaggi che Magris fa sfilare nel libro. E Pressburger non ne vuol tralasciare nessuno… «Ma non si tratterà di interpretazioni vere e proprie: del resto non ho voluto fare un adattamento teatrale, come si fa quando si portano in scena dei testi narrativi», spiega Pressburger. «Sarà piuttosto il libro a raccontarsi da solo, attraverso le sue tante voci, che alla fine confluiscono in quella del narratore».
Succedeva qualcosa di simile anche in “Danubio”, l’altro testo di Magris che una quindicina di anni fa Pressburger aveva portato in scena – o meglio – aveva lasciato scorrere lungo le vie di Cividale, inaugurando la formula degli spettacoli itineranti. «Protagonisti saranno ancora una volta i luoghi. Ma diversamente da “Danubio” che era pensato come un fiume di pubblico che lentamente scorresse lungo i percorsi della città, questo nuovo progetto parla di “microcosmi”, mondi a se stanti, separati gli uni dagli altri. Così gli spettatori saranno invitati a spostarsi da un mondo all’altro, dai campi di granoturco ai banchi di una chiesa».
Magris e Pressburger, entrambi a cavallo tra letteratura e teatro, entrambi catturati dagli stessi paesaggi mitteleuropei, dagli stessi mari. «Sono tutti luoghi che conosco molto bene. Quando Magris ha scritto il libro il nostro legame non era così stretto da fare le vacanze assieme. Ora invece capita». Non è impresa facile organizzare simili allestimenti, e non dev’essere stato nemmeno facile portare a termine “Storia umana e inumana”, le 500 pagine del romanzo che hanno impegnato Pressburger negli ultimi mesi. «Uno sforzo tanto arricchente, ma anche tanto impegnativo, che forse mi porterà a considerare conclusa l’esperienza di scrittore, chissà. Però ho ancora in serbo cose più leggere, e lo confesso, impregnate di una lieve forma dialettale triestina.
Per il teatro ho grandi progetti: vedremo che risposte saprò trovare nel nuovo corso dell’amministrazione regionale». A chi affidare i prossimi anni di attività? Alla sedentaria letteratura, o un dinamico senso di teatro? «Sono entrambe attività coinvolgenti e faticose, ma quando convivono, l’una salva il sottoscritto dall’altra».
Roberto Canziani
www.ilpiccolo.it 9 luglio 2013