“Ci rendiamo conto che i bravi insegnanti, nei primi anni ’50, furono dei veri e propri pionieri per fare lezione alla scuola elementare in una baracca del Centro raccolta profughi (Crp) di Laterina, in provincia di Arezzo, ai bimbi dei profughi giuliano dalmati”. Si è voluto iniziare lo studio presente con le parole di Claudio Ausilio, delegato provinciale dell’ANVGD di Arezzo, per sottolineare le estreme difficoltà incontrate dai maestri nella loro attività didattica nei primi anni scolastici del Crp. Si è già scritto dei cuccioli dell’esodo, come sono stati definiti gli scolari profughi negli anni del dopoguerra, con l’indovinata definizione ideata da Michele Zacchigna, pure lui cucciolo. L’articolo presente è la prosecuzione di tali ricerche sull’attività scolastica dentro il Crp più grande della Toscana.
I ricordi della vita disagevole nelle baracche sono molto forti, pur se mitigata, il 22 ottobre 1951, dalla visita pastorale di Monsignor Ugo Camozzo, arcivescovo di Pisa e già vescovo di Fiume. Il grande disagio è stato raccontato da molti profughi. È stata Elvira Comar, a scrivere poco fa di essere “stata al campo profughi di Laterina nel 1958. Ricordo il capannone dove dormivamo divisi da una coperta tra i letti che dividevano le famiglie e ho ancora altri ricordi”. In effetti i nomi di Comar Alfonso, Anna ed Elvira sono segnati al fascicolo n. 170 dell’Elenco alfabetico profughi giuliani, del Comune di Laterina.
Alcuni cuccioli sono nati proprio nel Crp di Laterina. È accaduto a Liliana Prete, nel 1954, come ha scritto Ascanio Pascolini in una corrispondenza con Claudio Ausilio. Per altri tre anni la piccola Liliana è residente lì con i fratelli Arduino, Sergio e i genitori. Poi c’è chi va in Svizzera e in altri posti d’Italia, smembrando la famiglia. In base ai dati del citato Elenco alfabetico profughi giuliani, la famiglia Prete, fascicolo n. 903, esce dal Crp il 15 settembre 1956 per la nuova residenza di Perugia.
La maestra Clementina e la sua classe instabile, 1950-1951
Torniamo alla scuola in una delle baracche del Crp di Laterina, costruito nel 1941 come Campo di concentramento per prigionieri britannici e, dal 1946 al 1963, appunto, Centro raccolta profughi, da dove transitano oltre 10 mila italiani in fuga soprattutto dall’Istria, Fiume e Dalmazia, annesse alla Jugoslavia di Tito. La maestra provvisoria Clementina Masini Moretti, di Montevarchi (AR), nelle “Osservazioni sugli alunni” della classe 5^ mista il 10 ottobre 1950 scrive di aver iniziato scuola con gravi difficoltà linguistiche “in una misera baracca di un campo di concentramento, frequentata da alunni provenienti, la maggior parte, dalle scuole croate perché figli di profughi giuliani”. La classe 5^ mista è formata da 32 scolari, 20 maschi e 12 femmine. Per i continui trasferimenti dei genitori in Italia o all’estero e per i nuovi ingressi al Crp, agli esami finali del 25 giugno 1951 si presentano 20 alunni (15 maschi e 5 femmine) sui 32 iscritti iniziali. Uno solo è bocciato, gli altri promossi. Nell’aula-baracca ci solo “solo cinque carte geografiche”. Nel modulo di registro scolastico è stampata la domanda riguardante gli arredamenti dell’aula. Sono essi sufficienti? Quali sono gli arredi mancanti? Molto sconfortata la maestra Clementina deve vergare con mano trepidante che la sua aula è: “Priva di ogni arredamento”.
Ecco i nominativi dei 32 iscritti con la località di nascita, nati tra il 1935 e il 1940, con i trasferiti. La residenza ovviamente è nel Crp. Baschiera Maria Grazia, di Fiume. Celadon Benito, di Fiume. Ghersulich Mario [forse: Ghersinich, NdR], di Lussinpiccolo. Cossetto Mario, di Torre di Parenzo, trasferito. Dario Lucio, di Parenzo. Dubs Claudio, di Fiume. Gorlato Lucilla, di Dignano. Iacchi Iolanda, di Fiume. Ivessa Renato, di Bagnolo [Bagnole, Pola]. Lucchini Erminia, di Laurana (FM), trasferita. Mariani Mario, di Fiume. Munda Marcello, di Roma [di mamma istriana]. Palma Maria, di Bucarest [di genitori italiani]. Picinich Aldo, di Lussinpiccolo. Puhar Franco, di Fiume, trasferito. Riosa Liliana, di Fiume, trasferita. Ritossa Giulia, di Visinada, trasferita. Scopas Rita, di Rabac [ossia: Albona], trasferita. Serdoz Luciano, di Fiume, trasferito. Tommasini Nazario, s.l. [ma: Romania], trasferito. Travan Pietro, di Parenzo. Velcich Giovanni, di Cherso. Verderber Boris, di Fiume. Varesco Alice, di Vareschi [Pola]. Zambelli Corrado, di Albona. Zambelli Tullio, Traghetto [ma: Albona]. Sciucca Vittorio, di Fiume. Zilli Vittorio, di Fiume. Gacis Alfredo, di Fiume, trasferito. Strunia Ada, di Parenzo, trasferita. Serdoz Laia, di Fiume, trasferita. Bernardis Giuseppe, s.l. [cognome friulano].
Si nota che il 46,88 per cento degli allievi è della provincia di Pola, incluso l’unico nato a Roma, però da mamma istriana; il 43,75% proviene da Fiume e provincia, mentre il 6,25% è della Romania (due soli scolari). Uno è senza luogo di nascita, tuttavia con un cognome friulano. Nessun allievo è di Zara, o della Dalmazia.
Con la primavera e il risveglio della natura la maestra, spinta dalla sua scolaresca, porta l’eterogenea classe a fare “una passeggiata lungo le rive dell’Arno”, sviluppando lo spirito d’osservazione per le scienze e la geografia. Meglio l’aria aperta piuttosto di stare “in questa baracca in compagnia di ragazzi duramente provati dalle miserie della guerra e di un doloroso esilio”. La maestra ha puntato a sviluppare le “loro capacità intellettive, quanto quelle morali”, stupita del loro “vivo sentimento patrio”, dovendo tenerli nei mesi invernali “in una baracca umida e malsana (…) eppure il pensiero di poter portare qualche buona parola a quei bimbi che avevano tutto perduto mi faceva affrontare serenamente ogni disagio”. (Registro della classe 5^ mista dell’insegnante Clementina Masini Moretti).
La classe 3^ mista di maestra Merlini senza banchi, né sedie, 1950-1951
La maestra provvisoria Annunziata Merlini Rotesi, di San Giovanni Valdarno (AR), inizia l’insegnamento il 10 ottobre 1950 fino al 20 giugno 1951. La classe conta 31 iscritti (13 maschi e 18 femmine) che, a causa del trasferimento del capofamiglia in altri Centri profughi, o all’estero, si riducono a 24 scolari alla fine dell’anno scolastico. La maestra Merlini perde il 22% della sua scolaresca. Agli esami ci sono 13 maschi e 11 femmine, per un totale di 24 bambini. Nella relazione finale la maestra lamenta la “mancanza di arredi indispensabili, banchi e sedie, che sono sostituiti da panche e tavoloni quanto mai inadatti per i ragazzi. L’ambiente è antigienico”.
Ecco l’elenco degli esaminati e promossi: Anzil Iole, di Fiume. Bertoldi Arturo, di Asmara [cognome trentino]. Bergamo Severino, di Sanvincenti, Pola. Boreaniz Luigi, di Bucarest [cognome friulano]. Canzian Vittoria, di Tripoli [cognome veneto]. De Santi Bruno, di Fiume. Duca Sergio, di Zara. Danielis Nirvana, di Fiume. Del Mestre Renato, di Fiume. De Franceschi Davide, di Visinada, Pola. Facchini Vally, di Fiume. Giurina Lucia, di Fiume. Kunsarich Silvana, di Fiume. Munda Giuseppe, di Fiume. Orlandini Domenica, di Orsera, Pola. Orlandini Marinella, di Orsera, Pola. Percovich Mario, di Zagabria. Prodan Maria, di Parenzo, Pola. Tarabocchia Mario, di Lussinpiccolo, Pola. Velcich Maria, di Pola. Capudi Mario, s.l. Come si vede la maggior parte dei bambini è di Fiume, seguita da Pola. Infine Zara e altre località di Asmara (Eritrea), Bucarest (Romania), Tripoli (Libia) e Zagabria (Jugoslavia). (Registro degli esami classe 3^ mista dell’insegnante Annunziata Merlini Rotesi)
La classe 3^ della maestra Benucci Lombardi e la visita di Mons. Camozzo, 1951-1952
Formata da 23 scolari (11 maschi e 12 femmine) la classe 3^ della maestra supplente Silvana Benucci Lombardi, di Montevarchi, vede 19 presenti agli esami, con 17 promossi, sempre a causa dei movimenti di residenza dei genitori in cerca di lavoro, o per emigrazione. Le lezioni in baracca iniziano il giorno 8 ottobre 1951 e la maestra annota sul suo registro: “Anche quest’anno sono stata nominata provvisoria nella scuola del Campo profughi di Laterina. Sono ormai tre anni che ho qui la scuola e mi sono un po’ ambientata. Ho preso contatto con i colleghi; le maestre erano qui anche lo scorso anno e il maestro è un mio vecchio compagno di scuola, spira aria di cordialità e di simpatia”.
Nonostante il disagio estremo di fare scuola in una baracca con dei tavoloni e delle panche, al posto dei banchi e delle sedie, l’insegnante il 20 ottobre è felice “della contentezza dei miei alunni. Ho potuto dare a tutti il sussidiario e alla quasi totalità il libro di lettura”. Si noti che i libri per gli scolari sono stati pagati dalla Prefettura e dalla Camera di commercio di Arezzo. Due giorni dopo c’è un fatto eccezionale. “È venuto a visitare il Campo S.E. Rev.issimo [Sua Eccellenza Reverendissimo] l’Arcivescovo di Pisa, già vescovo di Fiume con altre autorità della Provincia. S.E. è venuta in classe a visitare i bambini, ha rivolto loro qualche domanda ed ha lasciato in dono delle caramelle”.
Dopo la festosa visita dell’arcivescovo Ugo Camozzo (1892-1977), alla data del 31 ottobre è descritta la dura realtà del Crp. “Disponiamo di un solo gabinetto per 110 alunni e 4 insegnanti, necessità di fare un breve intervallo per permettere a tutti di usufruirne. Nel frattempo maestri e alunni consumano la loro colazione”. Segue la firma del Direttore didattico in ispezione. Il 6 dicembre 1951 succede un fenomeno di condivisione culturale, molto interessante in veste antropologica. “Oggi grande festa per i nostri ragazzi che sarebbero senza dubbio restati volentieri a casa [ossia: in baracca] a godersi i doni ed i dolci portati da San Nicolò. Anche la maestra ha avuto il suo fagottino di chicche con un biglietto fiorito dove era scritto… per la sua bambina. Come rifiutare? Ho ringraziato tutti (perché tutti avevano messo qualche chicca) e per ringraziarli ho letto loro un bel racconto”. Seguono i preparativi per il presepe di classe. Fanno seguito le influenze ed altre malattie di gennaio, la confusione per il Carnevale di febbraio e le conversazioni sulla primavera e le rondini, dove i maschi si mettono in luce più delle femmine. Arriva una supplente che fa apparire meno pesanti le materie come Lingua italiana e la grammatica, almeno a giudizio della titolare, che riprende servizio, dopo la gravidanza, in maggio.
L’elenco degli iscritti, il cui anno di nascita varia dal 1939 al 1944, è il seguente. Bertoldi Renata, di Asmara (Eritrea). Bruni Carla, di Pola. Budisselich Laila, di Fiume. Canzian Clara, di Tripoli. Mariani Luciana, di Fiume. Pavlovich Graziella, di Dragosetti, Cherso [PL]. Picinich Mariella, di Lussino [PL]. Rocchi Silvana, di Rovigno, Pola. Rottingher Olimpia, di Fiume, trasferita. Saletnig Lidia, di Mattuglie, Fiume. Sponza Nirvana, di Pola, trasferita. Malusà Eufemia, di Rovigno, Pola. Benvegnù Pier Michele, di Rovigno, Pola. Martinelli Sergio, di Fiume. Molon Sergio, di Fiuggi (FR), trasferito. Monti Mario, di Pola, trasferito. Mengotti Mario, di Visinada, Pola, trasferito. Sabatti Giulio, di Visnada, Pola. Simoni Tullio, di Rovigno, Pola. Stuparich Alfredo, di Fiume, trasferito. Zanni Natale, di Dignano, Pola. Zecchino Cristino, di Patrasso [Grecia]. Tropea Franco, di Napoli. Come si può notare oltre la metà delle provenienze è di Pola e della sua provincia (52%), seguono i bimbi profughi nati a Fiume e provincia (26%). Il resto dei luoghi di nascita è sparso, con basse percentuali, tra Asmara (Eritrea), Tripoli (Libia), Patrasso (Grecia), Fiuggi e Napoli. Tra le attività lavorative paterne notiamo la presenza di 2 impiegati, 2 negozianti. Poi ci sono questi mestieri: pescatore, operaio, marinaio, imbianchino, elettricista, colono, giardiniere e autista (Registro della classe 3^ dell’insegnante Silvana Benucci Lombardi).
Sull’esodo di Mons. Camozzo e di altri sacerdoti da Fiume a Pisa si veda l’articolo: “Italiani di Fiume, preti, Ozna e le carceri titine. Don Janni Sabucco esule a Pisa”.
Sui Benvegnù vedi l’articolo: “Bambini istriani da Rovigno al Campo profughi di Laterina (AR)”.
La vicenda di Giulio Sabatti è contenuta nel seguente brano: “Giulio Sabatti, esule istriano a Padriciano, Udine e Laterina, 1948”.
Sui fratelli Simoni è stato pubblicato nel web: “L’esodo da Rovigno a Laterina di Riccardo per il terrore titino, 1951”.
La vicenda dei Tropea di Napoli è descritta qui di seguito: “La vita quotidiana al Campo profughi di Laterina nelle memorie di Paolo Tropea”.
Conclusioni
Si è lasciata per ultima l’informazione sui metri cubi a disposizione di ogni aula scolastica nella baracca-scuola. Ciò per rendere ancor più evidente quanto siano stati dei veri e propri pionieri gli educatori, in genere toscani, del Campo profughi di Laterina. Di solito l’aula è di metri 5,20 x 4,60 con un’altezza di m. 3,10 per una superficie di 23 mq ed una volumetria di 74 mc. In detto ristretto spazio il maestro Dino Fabbri contiene 41 scolari. Riesce ad istruirli, come le sue colleghe maestre, che ne vorrebbero promuovere il più possibile in un clima di crescita civile e democratica. L’ingegnere Sergio Satti, nato nel 1934, esule da Pola e vice presidente dell’ANVGD di Udine dal 1987 al 2015, per il Giorno del Ricordo, ama ripetere che “non bisogna dimenticare i tragici fatti dell’esodo giuliano dalmata, bisogna ricordare perché tutto quel dolore non si ripeta”. Ebbene, bisogna ricordare anche ciò che accadeva nell’aula-baracca della scuola elementare del Campo profughi di Laterina. È un pezzo di storia d’Italia. (La ricerca continua).
Fonti orali e digitali
– Claudio Ausilio, Fiume 1948, esule a Montevarchi (AR), interv. al telefono del 10 agosto 2022.
– Elvira Comar, libero professionista, ha studiato alla Facoltà marittima di Fiume (Pomorski fakultet u Rijeci), post in Facebook del 12 agosto 2022.
– Ascanio Pascolini, email a Claudio Ausilio del 3 maggio 2021, inoltrata allo scrivente.
Fonti archivistiche inedite – Premesso che potrebbero esserci alcuni errori materiali di scrittura, ecco i testi inediti della ricerca presente; i materiali sono stati raccolti da Claudio Ausilio, dell’ANVGD di Arezzo, presso l’Istituto Comprensivo “Francesco Mochi” di Levane (AR) e condivisi con lo scrivente.
– Direzione Didattica di Montevarchi, sede della scuola Campo Profughi Laterina, Registro degli esami classe 3^ mista dell’insegnante Annunziata Merlini Rotesi, anno scolastico 1950-1951, ms.
– Provveditorato agli Studi di Arezzo, Circolo didattico di Montevarchi, Comune di Laterina, frazione Campo Profughi, Registro della classe 5^ mista dell’insegnante Clementina Masini Moretti, anno scolastico 1950-1951, ms.
– Provveditorato agli Studi di Arezzo, Circolo didattico di Montevarchi, Comune di Laterina, Scuola elementare di via Campo Profughi, Registro della classe 3^ dell’insegnante Silvana Benucci Lombardi, anno scolastico 1951-1952, ms.
Altre fonti archivistiche – La consultazione e la digitalizzazione dei materiali d’archivio presso l’Archivio comunale di Laterina e l’APLa è stata effettuata dal 2015 a cura di Claudio Ausilio, dell’ANVGD di Arezzo; per la collaborazione riservata si ringrazia don Mario Ghinassi, parroco di Laterina nel 2015.
– Comune di Laterina (AR), Elenco alfabetico profughi giuliani, 1949-1961, ms.
– Parrocchia dei Santi Ippolito e Cassiano, Laterina (APLa), Laterina CRP Cresimati dal 1950 al 1962, Attestati di cresima vari 1949-1957, Lettere, dattiloscr., stampati e ms.
Collezioni private – Ascanio Pascolini e famiglia Prete, Perugia.
Cenni bibliografici e del web
– Dino Messina, Italiani due volte. Dalle foibe all’esodo: una ferita aperta della storia italiana, Milano, RCS MediaGroup, 2019.
– E. Varutti, Cuccioli dell’esodo. La scuola elementare al Campo profughi di Laterina (AR), 1948-1950, on line su anvgdcomitatoprovincialediudine.wordpress.com dal 18 giugno 2020.
– E. Varutti, Cucciole dell’esodo crescono. La scuola elementare al Campo profughi di Laterina, 1956-1957, on line su anvgdcomitatoprovincialediudine.wordpress.com dal 24 giugno 2020.
– Michele Zacchigna, Piccolo elogio della non appartenenza. Una storia istriana, Trieste, Nonostante Edizioni, con una Postfazione di Paolo Cammarosano, 2013.
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Ringraziamenti – La redazione del blog per l’articolo presente è riconoscente al signor Claudio Ausilio, esule da Fiume a Montevarchi (AR), socio dell’ANVGD provinciale di Arezzo, per aver fornito con la consueta cortesia i materiali per la ricerca presso gli archivi del Comune di Laterina e di Levane (AR), andando a incrementare una tradizionale e collaudata collaborazione con l’ANVGD di Udine. Oltre alle fonti orali, si ringraziano gli operatori e le autorità del Comune di Laterina, dell’APLa e dell’Istituto Comprensivo “Francesco Mochi” di Levane (AR), per la collaborazione riservata all’indagine storica. Grazie a Giorgio Nocentini, Federico Bracci e Graziano Nocentini, di Laterina. Copertina – Carlo Alberti Lapucci, Ritratto a Ugo Camozzo, Arcivescovo di Pisa, olio su tela, cm 80 x 100, 1959.
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Testi di Elio Varutti, coordinatore del Gruppo di lavoro storico-scientifico dell’ANVGD di Udine. Ricerche di Claudio Ausilio e E. Varutti. Networking a cura di Girolamo Jacobson, Sebastiano Pio Zucchiatti e E. Varutti. Lettori: Claudio Ausilio, Sergio Satti (ANVGD di Udine) e professoressa Paola Quargnolo di Udine. Fotografie da collezioni citate nell’articolo e dall’archivio dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia (ANVGD), Comitato Provinciale di Udine, che ha la sua sede Via Aquileia, 29 – I piano, c/o ACLI – 33100 Udine – orario: da lunedì a venerdì ore 9,30-12,30. Presidente dell’ANVGD di Udine è Bruna Zuccolin. Vice presidente: Bruno Bonetti. Segretaria: Barbara Rossi. Sito web: https://anvgdud.it/
Fonte: Elio Varutti – 21/08/2022
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