Continuano le videoconferenze che il Comitato provinciale di Milano dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia dedica al settantennale del ritorno dell’amministrazione italiana a Trieste (26 ottobre 1954) per effetto del Memorandum di Londra che, però, contestualmente consolidava il controllo della Jugoslavia comunista nei confronti della Zona B (distretti di Capodistria e di Buie) del mai costituito Territorio Libero di Trieste.
Mercoledì 30 ottobre (eccezionalmente non di giovedì) alle ore 18:00 sulla pagina Facebook ANVGD di Milano. Per far conoscere e tramandare la storia della Venezia Giulia interverrà Mons. Ettore Malnati (già segretario del Vescovo di Trieste e Capodistria Antonio Santin) per parlare di
MONSIGNOR SANTIN E LA SUA GENTE
La videoconferenza, alla quale prenderanno parte anche la giornalista Donatella Salambat ed il “Gruppo dei Giovani, potrà essere in seguito rivista sul canale YouTube ANVGD Comitato di Milano.
Nato a Rovigno d’Istria nel 1895, il presule della diocesi di Trieste e Capodistria era emerso come defensor civitatis nelle terribili giornate che segnarono il passaggio nel capoluogo giuliano dall’occupazione nazista a quella comunista, con il breve intermezzo di libertà ottenuto grazie all’insurrezione del Comitato di Liberazione Nazionale del 30 aprile 1945. Fedele alla sua missione, rischiò il linciaggio da parte delle milizie comuniste jugoslave quando si recò a Capodistria a impartire la Cresima. Dalla Cattedra di San Giusto trovò sempre parole adeguate per confortare i triestini negli anni del Governo Militare Alleato, in cui si alternavano speranza per il ritorno dell’Italia e paura di una nuova occupazione jugoslava.
Una figura ecclesiastica autorevole in una città tradizionalmente laica, il cui ruolo è stato ampiamente descritto in un docufilm realizzato anche con la collaborazione dell’ANVGD, mentre un recente articolo proprio di Malnati (pubblicato su Il Piccolo di Trieste e sulla testata online Vareseinluce) inquadrava Santin all’interno della questione di Trieste che tenne in sospeso per quasi un decennio triestini, esuli istriani ed opinione pubblica nazionale.