MUGGIA «Il consigliere Claudio Grizon, quando parla di sensibilità particolare per non urtare la suscettibilità di una parte dei cittadini di Muggia, intende ridurre e limitare diritti consolidati di altri cittadini appartenenti alla minoranza slovena». Lo afferma il direttivo del circolo di Muggia del Partito Democratico, replicando alle considerazioni espresse dal coordinatore e consigliere comunale forzista sui cartelli bilingui nel comune di Muggia. «A Muggia non sono state emesse neanche venti carte d'identità bilingui: con la Slovenia in Europa, questa tutela è costosa e anacronistica» ribatte l’esponente azzurro.
Si riaccende dunque il dibattito attorno alla posa dei cartelli biligui nelle frazioni, stabilita da un decreto del presidente della Regione. «Grizon rappresenta uno spaccato di realtà che non corrisponde a quanto condiviso dalla stragrande maggioranza dei muggesani relativamente ai nuovi, positivi rapporti transfrontalieri consolidati dall'abbattimento dei confini e dall'entrata della Slovenia nell'Ue» proseguono gli esponenti del Pd Gianfranco Dragan e Fulvio Tomini. E aggiungono: «Il consigliere utilizza strumentalmente il numero delle preferenze del rappresentante della minoranza slovena in Consiglio comunale per tentare di dimostrare la scarsa rappresentatività e presenza sul territorio».
«Gli uffici comunali di Muggia hanno emesso all'inizio una decina, e poi due o tre carte bilingui l'anno: meno di venti su 13.500 abitanti. Ma, fermo il rispetto per chi si riconosce nella comunità slovena – continua Grizon – visto che neanche i 99 elettori che hanno eletto l'unico consigliere espresso dalla comunità slovena hanno ritenuto di richiedere il documento bilingue, si evidenzia che la questione non è di principio, bensì tutta politica. E' confermato dai numeri che quelle previste dalla legge di tutela sono spese imposte e non prioritarie»
«Nel 2009 – proseguono Dragan e Tomini – non possiamo accettare che ci sia qualcuno che strumentalmente si propone di fomentare tensioni gratuite, minacciando laceranti contrapposizioni politiche solo per interesse individuale».
«Il fatto è – conclude Grizon – che la tutela della minoranza slovena non si limiterà alla posa di tabelle stradali, ma prevederà anche l'assunzione di personale bilingue, la traduzione di documenti e quella dei lavori del consiglio comunale. E' vero, come dice il sindaco, che i cittadini sono più avanti su queste cose, ma rispetto a lui. Con la Slovenia nell'Ue e un confine che non c'è più, la sua tutela di qualche decina di cittadini che si rifanno alla comunità slovena sembra un costo che la pubblica amministrazione potrebbe evitare». (g.t)