LETTERE
Dal livore dell’ennesima controreplica dell’estremista filosloveno Tabaj, posso capire che ho colpito nel segno. Certamente qualche appartenente alla sua comunità lo deve aver ripreso e speriamo in futuro isolato. Il mio consiglio, per la questione ticket parcheggio e multe non in sloveno, di rivolgersi al Giudice di pace lo ha accontentato? Volentieri ne suggerisco altri: Corte Euopea perché la Rai non sottotitola i film in sloveno (lo paga il canone in fin dei conti), medesima istituzione perché i ristoranti del Collio non hanno il menù tradotto pur essendo in una zona a tutela della lingua slovena, ricorso alla Cassazione perché a Quarto d’Altino, uscita autostradale, non è indicato in sloveno il pedaggio. Vorrei però ricordare a Tabaj, caso riportato dai quotidiani locali, di cittadini italiani maltrattati ed insultati in Slovenia per un pedaggio autostradale, la mitica vignette bocciata poi dall’Unione Europea. Pedaggio non pagato a causa – a detta loro – delle non chiare indicazioni presenti in autostrada solo in sloveno. Si rivolgeranno anche loro al Giudice di pace sloveno? E lui, si offrirà gratis per la traduzione degli atti a quei cittadini italiani?
Sulla perdita di tempo e di denaro invece non mi muovo di un millimetro: lo sono e lo rimangono, visto che gli sloveni di oltre confine le multe le pagano, quasi sempre, anche per il mancato ticket esposto e non minacciano rappresaglie a tutti i livelli. Lo fanno anche i tanti amici della minoranza slovena in Italia che posso vantare, senza sollevare polveroni inutili. Per la cronaca, visto che sono stato di recente multato in Slovenia, per un divieto di sosta, ho pagato e fine, avevo sbagliato. Di certo quel volantino trovato sul parabrezza non poteva essere un pubblicitario di qualche night o casinò.
Questione di stile.
Fabio Gentile, assessore alla Polizia municipale, Gorizia