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Muore a Rovigno giovane sub di Monza (Il Piccolo 28 ago)

ROVIGNO È stata fatale l'immersione esplorativa del sub italiano Matteo Rovelli, 24enne di Monza che come tanti appassionati degli abissi marini voleva osservare da vicino una delle mete più curiose e interessanti dell’Alto Adriatico: il relitto della nave da crociera della marina commerciale austro-ungarica «Baron Gautsch», affondata il 13 agosto 1914 al largo di Rovigno in seguito allo scoppio di una mina.

Come comunicato dalla portavoce del Ministero croato del mare, trasporti e comunicazioni Marina Haluzan, mercoledì sera Matteo Rovelli aveva deciso di prendere parte a un'immersione di gruppo, assieme ad altri 15 appassionati, organizzata dal club «Nadi Scuba». Avrebbe dovuto essere un'escursione subacquea di routine, una delle tante che vengono organizzate d’estate per i villeggianti amanti dell’attività sub.

Ebbene ad un certo punto, uno dei sub ha proposto di risalire, a causa della scarsa visibilità. Sono riemersi tutti, tranne Matteo Rovelli e subito sono iniziate le ricerche, sia in superficie che sott'acqua. Sono stati allertati gli uomini del Servizio di soccorso e salvataggio in mare con sede a Fiume mentre alle ricerche hanno preso parte anche le motovedette della Polizia e della Capitaneria di Porto di Pola. Dopo alcune ore, quando ormai era chiaro che si era consumata una tragedia, il corpo senza vita del giovane italiano è stato trovato su un fondale sabbioso, a 50 metri di distanza dal relitto. Il medico legale ha parlato di annegamento, però la giudice Sena Midzic Putigna, del Tribunale regionale di Pola, vuole fare piena luce sull'increscioso episodio e per questo ha disposto l'autopsia della salma e la perizia tecnica sull'attrezzatura sub di Matteo Rovelli.

L’escursione sul relitto, tecnicamente, non presenta grandi difficoltà anche se oltre i 30 metri di profondità le immersioni devono essere pianificate attentamente, tempi di risalita compresi.

La «Baron Gautsch» era un gioiello di tecnologia navale e non per niente all'epoca era definita «il Piccolo Titanic» dell'Adriatico.

Ebbene 65 anni fa incappò in una mina a nove miglia marine a Sudovest di Rovigno. Dopo la potente deflagrazione il piroscafo colò a picco in soli 10 minuti e per 400 passeggeri e membri dell'equipaggio non ci fu scampo.

Quello che viene definito il più bel relitto dell'Adriatico è ora adagiato su un fondo sabbioso a 40 metri di profondità. La sua lunghezza è di 85 metri e la larghezza di 11. Oggi è meta di escursioni subacquee vigilate e controllate, onde evitare l'ulteriore saccheggio e devastazione di ciò che rimane delle attrezzature e degli arredi della «Baron Gautsch». (p.r.)

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