BUIE Nessun muro nuovo, tanto meno in mattoni. Il preside della scuola media superiore italiana Leonardo da Vinci di Buie, Claudio Stocovaz, ha deciso di fare marcia indietro sulla scottante questione del muro divisorio eretto nel corridoio collegante l’istituto italiano e due scuole medie croate, struttura in cartongesso distrutta da un gruppo di allievi croati a suon di pugni e calci. Stocovaz si era rivolto alla stampa dopo quello che aveva definito un vero e proprio atto vandalico (denunciato anche alla polizia), rilevando che avrebbe ordinato l’edificazione di un muro in mattoni, una barriera che gli alunni non avrebbero potuto buttare giù. Ma dopo l’ondata di polemiche e proteste suscitate dalla vicenda, alla quale la stampa croata ha dato ampio rilievo, il preside buiese non ha voluto gettare altra benzina sul fuoco, aggiungendo però che si impegnerà in prima persona per la costruzione di una nuova sede per la Leonardo da Vinci. «Resto dell’ opinione che spaccare la parete in cartongesso sia stato un episodio di vandalismo – ha detto – che ha violato la legge sulla proprietà. Ho voluto fare quello che ritenevo giusto per la nostra scuola, il muro adesso non c’ è più e dunque torniamo all’anarchia, con decine di alunni degli altri istituti che nelle ore pomeridiane (le lezioni nella scuola italiana si svolgono al mattino, nda) costringeranno le donne di pulizia agli straordinari. Resto dell’avviso che il nostro è stato un atto legittimo, che non ha voluto danneggiare nessuno. Purtroppo è stato interpretato erroneamente e in malafede». Sull’accaduto interviene il presidente della Giunta esecutiva dell’Unione Italiana, Maurizio Tremul, per chiedergli un commento. «L’intento del preside Claudio Stocovaz non era certamente negativo – ha sottolineato Tremul – ed era atto a garantire la sicurezza e l’ordine nella da Vinci. Purtroppo è il metodo a risultare discutibile e non condivisibile. Noi siamo per l’abbattimento dei muri e non per erigerne di nuovi. Si poteva erigere una porta, con le chiavi in possesso dei presidi, oppure si poteva collocare una vetrata. Facendolo in modo pubblico e condivisibile, informando le scuole croate interessate, la Regione Istria, la Città di Buie e anche la nostra organizzazione. Debbo dire che l’Unione Italiana non è stata informata sull’ intenzione di innalzare il muro. Come avviene sempre in vicende di questo genere, si è dato adito ai malintenzionati di speculare su quello che sta avvenendo, politicizzando l’ accaduto. In questo modo è stata avviata una spirale negativa che, stando alle voci che arrivano dal territorio, rischia di minare la convivenza tra italiani e croati».
Secondo Tremul, ora va fatto un passo indietro, con l’ ammissione che si è agito in buona fede e che però è stato fatto uno sbaglio. Si dovrà pure individuare soluzioni alternative all’antipatico muro, che consentono la comunicabilità tra le scuole e tra i ragazzi di tutti e tre gli istituti medi. «Nelle scuole non dobbiamo creare episodi di intolleranza – ha aggiunto il capo della Giunta Ui – e poi già il muro è di per se un simbolo sbagliato. Le persone ragionevoli debbono riconoscere di avere sbagliato, correndo ai ripari con serenità, onde evitare di minare la convivenza e l’ integrazione».
Andrea Marsanich