Musica e ricordi del Maestro Carlo Fabretto a Rovigno

Nonostante le condizioni meteo avverse, il 66° raduno della Famìa Ruvignisa si sta svolgendo con una grande partecipazione di pubblico e di autorità proprio a Rovigno d’Istria, ove la Comunità degli Italiani “Pino Budicin” ha accolto a braccia aperte, come da consolidata tradizione, l’associazione dei concittadini esuli.

Gran parte degli eventi culturali che si stanno svolgendo in concomitanza con la ricorrenza patronale di Sant’Eufemia è stata in effetti concordata ed organizzata in sinergia tra i due sodalizi, a ennesima riprova di quanto sia proficuo, duraturo e sentito quel fenomeno di ricomposizione tra esuli e “rimasti” che contraddistingue la comunità rovignese.

Roma in particolare ha accolto una significativa comunità esule da Rovigno, della quale faceva parte anche il Maestro Carlo Fabretto, celebre musicista e studioso delle tradizioni musicali della città natale dei suoi genitori, tradizioni alle quali ha fatto ampio riferimento nella sua produzione artistica, struggente ed emozionante. Pur essendo nato a Capodistria, come hanno ricordato Gabriele Bosazzi (Presidente della Famìa) e la nipote Cristiana del Melle Fabretto, il Maestro ha composto brani che sono entrati nella tradizione canora rovignese ed è stato commovente sentire il coro dei bambini della C.I. intonare quelle canzoni dialettali. Non meno coinvolgente l’esibizione canora della SAC “Marco Garbin”, una delle tante istituzioni storiche della comunità italiana cittadina, seguita da quella dei “canturi” dell’AAC “Giusto Curto”.

L’intervento della Professoressa Donatella Schürzel

«Il Maestro Fabretto è stata una delle figure più importanti del Quartiere, Giuliano-Dalmata di Roma – ha ricordato in un intervento Donatella Schürzel, Presidente del Comitato romano dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia – Viveva proprio in Piazza Giuliani e Dalmati, ma dalla sua finestra ha continuato ad affacciarsi idealmente sulla sua Rovigno, per la quale ha scritto parole e musica con un forte carattere identitario ancora vivo. Altrettanto commoventi le opere del figlio Dino, autore ad esempio di “El viecio pascadur”, capace di rendere l’effetto della lacerazione che la gente di Rovigno ha vissuto, sia chi se ne andò, sia chi rimase»

Il canto è impresso nel DNA rovignese ed il Maestro Fabretto ne è stato uno degli interpreti più genuini e coinvolgenti: i coristi che si sono esibiti nel corso della serata sono sempre stati accompagnati nelle loro esecuzioni dai presenti: rovignesi autoctoni e della diaspora sì riconoscono in questo linguaggio artistico e in queste occasioni lo eseguono in maniera davvero meravigliosa.

In conclusione di serata, Bosazzi e del Melle Fabretto hanno annunciato che l’anno prossimo si svolgerà la prima edizione del concorso canoro “Carlo Fabretto – Rovigno è musica”, dedicata a opere in dialetto istroveneto, specialmente in rovignese.

Rassegna stampa
La Voce del Popolo: https://lavoce.hr/cultura-e-spettacoli/carlo-fabretto-ricordato-con-spirito-rovignese

Foto: C.I. “Pino Budicin” di Rovigno
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