L’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia esprime il proprio cordoglio per la scomparsa del Presidente emerito Giorgio Napolitano, il quale ha svolto un ruolo molto importante nei primi anni in cui abbiamo cominciato a celebrare il Giorno del Ricordo.
Era ben nota la sua formazione politica in seno al Partito Comunista Italiano, ma nel ruolo di Presidente della Repubblica seppe affrontare in maniera autorevole, con sincero spirito patriottico e con senso delle istituzioni il delicato momento in cui il 10 Febbraio cominciava a diventare patrimonio diffuso della comunità nazionale e non solamente memoria dell’associazionismo della diaspora adriatica e di pochi altri connazionali.
Ricordiamo nel 2007 l’incidente diplomatico con la Croazia in seguito al suo messaggio in occasione del Giorno del Ricordo, in cui dichiarò che «già nello scatenarsi della prima ondata di cieca violenza in quelle terre, nell’autunno del 1943, si intrecciarono “giustizialismo sommario e tumultuoso, parossismo nazionalista, rivalse sociali e un disegno di sradicamento” della presenza italiana da quella che era, e cessò di essere, la Venezia Giulia. Vi fu dunque un moto di odio e di furia sanguinaria, e un disegno annessionistico slavo, che prevalse innanzitutto nel Trattato di pace del 1947, e che assunse i sinistri contorni di una “pulizia etnica”. Quel che si può dire di certo è che si consumò — nel modo più evidente con la disumana ferocia delle foibe — una delle barbarie del secolo scorso».
Parole forti che aprirono però la strada ad un confronto franco con la Slovenia e la Croazia, che avrebbe portato tre anni dopo al Concerto dei Tre Presidenti in Piazza Unità d’Italia a Trieste al termine di una giornata in cui fu sì ricordato l’incendio del Balkan, ma i tre Capi di Stato resero omaggio pure al monumento all’Esodo giuliano-dalmata. Napolitano si recò anche alle malghe di Porzus («Una grande macchia della Resistenza») e nel 2011 nell’arena di Pola lui ed il suo omologo di Zagabria Ivo Josipović, riconoscendo le sofferenze che italiani e croati si erano reciprocamente inferti nell’epoca dei nazionalismi esasperati, dichiaravano congiuntamente: «Gli atroci crimini commessi non hanno giustificazione alcuna. Condanniamo le ideologie totalitarie che hanno soppresso crudelmente la libertà e ci inchiniamo davanti alle vittime che hanno perso la propria vita e il proprio radicamento famigliare».
Nell’ultimo saluto che vogliamo rivolgere a Napolitano, ricorriamo infine all’intervento del compianto Presidente nazionale dell’Anvgd Lucio Toth in occasione delle cerimonie istituzionali del Giorno del Ricordo 2013: «Abbiamo cercato in questi anni, con l’aiuto di studiosi italiani ed europei, di illuminare con una visione aperta e obiettiva la “complessa vicenda del confine orientale”, risalendo la storia secolare della nostra presenza sull’altra costa dell’Adriatico. Molto di questo percorso e dell’ascolto che abbiamo ottenuto lo dobbiamo a Lei e a quello “Spirito di Trieste” che ha voluto sanare antiche ferite tra nazioni che devono vivere e progredire insieme nell’Europa di domani».
Renzo Codarin
Presidente dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia