Definitivamente archiviato l'incidente dello scorso febbraio che fece rischiare la crisi diplomatica fra Italia e Croazia. Giorgio Napolitano ha incontrato il presidente croato Stipe Mesic e ha suggellato con una forte stretta di mano la concordia che, per la verita', era stata ritrovata gia' pochi giorni dopo il duro commento del presidente croato alle affermazioni di Napolitano, in occasione
del Giorno del Ricordo delle vittime delle foibe.
"Mi pare che non sia rimasto assolutamente nulla di quella tempesta in un bicchier d'acqua", ha detto il presidente italiano dopo 40 minuti di colloquio a quattr'occhi con Mesic.
"Il nostro incontro e' stato improntato alla massima cordialita'. Abbiamo parlato – ha aggiunto – in modo molto informale e libero anche di fatti storici e delle prospettive molto importanti di sviluppo delle relazioni fra Italia e Croazia. Questa prospettiva non deve essere deviata in alcun modo. Essa implica la soluzione di alcuni contenzioni fra i due paesi. Si sono fatti in questo campo molti passi avanti. C'e' molta buona volonta' e c'e' l'impegno del presidente croato per risolverli".
L'incidente era nato quando Napolitano, nel corso della cerimonia del Giorno del Ricordo al Quirinale, aveva detto che il dramma del popolo giuliano-dalmata fu scatenato "da un moto di odio e furia sanguinaria" e aveva aggiunto che "un disegno annessionistico slavo" era prevalso nel Trattato di pace del 1947, e che quel disegno che porto' alla cacciata della popolazione di origine italiana "assunse i sinistri contorni di una pulizia etnica".
Mesic protesto' con una nota ufficiale parlando di "elementi di aperto razzismo, revisionismo storico e revanscismo politico". Intervenne la Farnesina e il lavoro diplomatico permise di chiarire alcune incomprensioni e di chiudere l'incidente con uno scambio di lettere cordiali. Oggi il suggello e' venuto con la stretta di mano.