di Massimiliano Scafi
Un passato di sangue: il fascismo, la guerra, la pulizia etnica subita dagli italiani, il mondo diviso in due blocchi. Un presente migliore, visto che Italia e Slovenia «adesso sono ottimi amici e partner in Europa». E un futuro che potrà essere positivo «solo nel quadro di un percorso comune nella Ue», perchè, come sostiene Giorgio Napolitano, «dalla crisi economica globale si esce insieme».
Dall'indipendenza, vent'anni fa, questa è la prima visita ufficiale di un presidente sloveno. Danilo Turk viene accolto al Quirinale con molto calore. «Sappiamo ciò che ci ha diviso, nel corso della guerra: noi abbiamo fatto i conti con il nostro passato e dopo il fascismo ci siamo dati una Costituzione democratica, è importante che non si resti prigionieri di un passato che è stato condannato e che non tornerà mai più».
Basta con le divisioni antiche, basta pure con le recenti polemniche. Lo «spirito giusto», dice Napolitano, è quello di Trieste, dove l'estate scorsa i presidenti di Italia, Slovenia e Croazia si incontrarono per uno storico concerto diretto da Riccardo Muti durante il quale furono eseguiti i tre inni nazionali. Il capo dello Stato loda lo spirito europeista di Lubuana, il primo paese dell'area balcanica a fare il suo ingresso in Europa e anche nella moneta unica e ribadisce la necessità fare entrare Zagabria in Europa. «e la candidatura della Croazia nella Ue. «É la nazione più vicina alla soglia di ingresso. Noi, Italia e Slovenia, sosteniamo la candidatura».
Tra Italia e Slovenia oggi «le relazioni sono eccellenti soprattutto per le questioni delle rispettive minoranze e per l'impegno dei nostri Paesi a sviluppare la loro integrazione». Un integrazione «che va rafforzata» per cancellare definitivamente il passato. Turk è d'accordo: «Ci sono grandi potenzialità, dobbiamo elaborare progetti congiunti per valorizzare l'importante ruolo delle nostre rispettive minoranze».
Per il testo, prosegue il presidente sloveno, Roma e Lubiana «sono unite da un percorso comune nella Ue, che segna le prospettive per il futuro ed è un viatico essenziale per la soluzione dei problemi ancora aperti». Turk si lamenta perchè «l'Unione europea attraversa un momento di preoccupazione, perchè non cresce e non si sviluppa sufficientemente e velocemente, perchè non agisce come un corpo unico nella politica estera e di difesa, perchè non c'è un'integrazione finanziaria». Ma «una strategia integrata resta la priorità per uscire dalla crisi economica». In questo quadro per Turk è «positiva l'ipotesi degli eurobond presentata da Tremonti e Juncker, un'idea non sostitutiva delle soluzioni già adottate».