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Nastro sloveno: scrivono le scuole slovene (Il Piccolo 23 dic)

LETTERE 

Noi sottoscritti dirigenti scolastici delle scuole statali con lingua di insegnamento slovena di Trieste vogliamo esprimere solidarietà alla collega Fiorella Bencic, la quale è stata oggetto di accanimento mediatico e di critiche, a nostro avviso infondate, nonché di dichiarazioni di biasimo espresse da alcuni amministratori pubblici nei confronti di una circostanza che non è stata e non è voluta essere un gesto di sfida o di mancanza di rispetto nei confronti delle autorità pubbliche. Nelle scuole slovene porgere il nastro con i colori sloveni tradizionali rappresenta nelle occasioni solenni, ricorrenze, intitolazioni o feste un’antica usanza, come lo sono il canto e il costume nazionale che accompagna le cerimonie accanto all’offerta del pane e del sale. È parte della nostra cultura e della nostra tradizione. Ciò è fortunatamente permesso dalle leggi vigenti in un sistema democratico.

Probabilmente ognuno di noi in circostanze simili avrebbe agito come la collega Fiorella: in assenza di specifiche disposizioni delle autorità (da pregresse esperienze sappiamo che solitamente il Comune predispone il protocollo cerimoniale) avrebbe utilizzato il materiale per le feste e le celebrazioni di cui dispone ogni nostra scuola. Sinceramente in questo gesto non riusciamo a ravvisare niente di errato o addirittura offensivo, di sfida, denigrativo. Nelle nostre scuole insegnamo le lingue e le culture slovena e italiana ed educhiamo al rispetto dei simboli di entrambi i popoli. Pertanto ogni qualvolta facciamo visita alle scuole della minoranza italiana in Slovenia notiamo la rilevanza e l’attenzione dedicate ai simboli della nazione di appartenenza e apprezziamo sinceramente la cura e l’attaccamento all’identità italiana. Questo ci pare del tutto naturale nonché legittimo, doveroso.

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