LETTERE
Noi sottoscritti dirigenti scolastici delle scuole statali con lingua di insegnamento slovena di Trieste vogliamo esprimere solidarietà alla collega Fiorella Bencic, la quale è stata oggetto di accanimento mediatico e di critiche, a nostro avviso infondate, nonché di dichiarazioni di biasimo espresse da alcuni amministratori pubblici nei confronti di una circostanza che non è stata e non è voluta essere un gesto di sfida o di mancanza di rispetto nei confronti delle autorità pubbliche. Nelle scuole slovene porgere il nastro con i colori sloveni tradizionali rappresenta nelle occasioni solenni, ricorrenze, intitolazioni o feste un’antica usanza, come lo sono il canto e il costume nazionale che accompagna le cerimonie accanto all’offerta del pane e del sale. È parte della nostra cultura e della nostra tradizione. Ciò è fortunatamente permesso dalle leggi vigenti in un sistema democratico.
Probabilmente ognuno di noi in circostanze simili avrebbe agito come la collega Fiorella: in assenza di specifiche disposizioni delle autorità (da pregresse esperienze sappiamo che solitamente il Comune predispone il protocollo cerimoniale) avrebbe utilizzato il materiale per le feste e le celebrazioni di cui dispone ogni nostra scuola. Sinceramente in questo gesto non riusciamo a ravvisare niente di errato o addirittura offensivo, di sfida, denigrativo. Nelle nostre scuole insegnamo le lingue e le culture slovena e italiana ed educhiamo al rispetto dei simboli di entrambi i popoli. Pertanto ogni qualvolta facciamo visita alle scuole della minoranza italiana in Slovenia notiamo la rilevanza e l’attenzione dedicate ai simboli della nazione di appartenenza e apprezziamo sinceramente la cura e l’attaccamento all’identità italiana. Questo ci pare del tutto naturale nonché legittimo, doveroso.
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