LETTERE
Senza commenti specifici sulle varie lettere pubblicate, traspare che la sinistra cerca di rifarsi una verginità sul comportamento del comunismo nelle terre perdute. Il comunismo che sarebbe dovuto essere portatore della libertà dal bisogno e della giustizia sociale si è accanito contro degli abitanti dove la maggioranza erano contadini, pescatori, operai e solo una minoranza erano borghesi; bisogna avere il coraggio di scriverlo: è stata semplice pulizia etnica, questa gente semplice era solo italofona, a parte quelli che non erano di età di leva i richiamati «tutti» avevano prestato servizio nell’esercito Au compresi i vecchi che erano rimasti a casa, della popolazione autoctona quattro gatti spelacchiati erano fascisti il resto erano importati. Semplicemente è stata uccisa una cultura, una storia, un modo di vivere, di parlare, di mangiare, di pensare che i ricordi non possono far nulla per mantenerli in vita e tantomeno ora che si può comprare quanto perso non si può ripristinare.
In ogni caso un vero autoctono e storico abitante di Trieste, Istria e Dalmazia non era, non è e non potrà mai essere né fascista né comunista, perché questi individui gli abbiamo visti all’opera, sono uguali, identici: se vanno al potere eliminano fisicamente l’opposizione. Inoltre sbandierare che i sovietici hanno liberato Auschwitz non li santifica affatto visto che Stalin ha amazzato più ebrei e dissidenti del leader sconfitto Hitler.
In ogni caso è utopico pensare a una concorrenza triestina in ambito portuale, Trieste è nata per servire una nazione multietnica di oltre 40 milioni di abitanti, dopo la I guerra per servire una città di 350.000 abitanti, non sicuro per servire il Regno D’Italia già di per se stesso un lungo molo nel Mediterraneo con i suoi consolidati porti.
Giampaolo Lonzar