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Nei golfi di antica nobiltà marinara (Il Giornale 16 set)

I grifoni volano alti nel cielo blu di Cherso (Cres), isola croata – sul golfo del Quarnaro – di statuaria bellezza. L’antica Roma e Venezia le hanno inciso un marchio indelebile nell’architettura, nell’arte, perfino nella planimetria dei borghi. Pochi gli abitanti, ancor meno i rapaci, oggetto di un programma di protezione. Quieto e nobile il centro più importante, Cherso, con il bacino del porto vecchio, il mandracchio, che entra in città. Intorno, localini, palazzi a bifore, l’orologio a mosaico, la loggia medievale. Nella torre veneziana ristrutturata sono in vendita specialità alimentari come l’eccellente olio. Nel laboratorio Ruta si fila la lana pramenka, una pecora isolana: cappelli, babbucce, pupazzi. Ossero (Osor), l’antico capoluogo d’origine romana, sembra un museo vivente a cielo aperto con le case cinquecentesche, la piazzetta col pozzo, le mura, la cattedrale del ’400.

 

Un tempo unita all’isola di Lussino, oggi ne è separata da un ponte apribile che permette l’accesso alle auto. Lussino è una tavolozza verde e profumata grazie alle specie aromatiche e ai pini di Aleppo piantati dall’aristocrazia asburgica il secolo scorso, quando era meta di cura e villeggiatura. Verso sud, ecco Nerezine, un porticciolo, l’ottocentesco Hotel Televrin e la piazzetta, dove da Svi Gusti si comprano personaggi in terracotta, icone di antichi mestieri. Perso nella campagna, Ivo Rusin lavora il legno e la pietra. A Cunski un ultracentenario frantoio-oleificio vende buoni olii, e nella vicina Artatore da Eki, ristorante con giardino, Fulvia cucina agnello o polpo in campana, cioè sotto una cupola di terracotta, su braci. Le spiagge di Kandja e Zabodarski hanno come cornice il mare e distese di corbezzoli.

 

Costruttori di velieri, maestri d’ascia e marinai di antica tradizione, i lussinesi si spartiscono due magnifici borghi in altrettanti golfi circondati da spiagge, rocce e promontori verdeggianti. Lussinpiccolo (Mali Losinj) è stesa attorno a un’ampia insenatura, intonaci pastello, locali in prima fila; in secondo piano, la via Gortana con gechi in ceramica colorata sulle case. Più in alto e parallela, scorre una strada a lastroni con ville d’epoca e i loro giardini segreti. Corrado è lì, ristorante di pesce con un patio raccolto, dove si gustano i piatti di Igor (40 euro), qui come ovunque cucinati alla mediterranea: olio d’oliva, cotture veloci, erbe e crudi di mare freschissimi. Sotto il pergolato di Barracuda – oltre il mercato ittico coperto, al n. 6 di piazza R. Hrvatske, il cuore del borgo -, in tavola polpo e acciughe marinate, sampietro e saraghi grigliati. Si dorme all’hotel-boutique Mare Mare, casa ottocentesca di capitan Petrina, grande nome della marineria locale: 3 piani a torretta, colori caldi nelle 8 minisuite. In alternativa, l’Hotel Apoksiomen in un palazzo aristocratico arredato con eleganza. Il nome è quello della statua bronzea del I sec. a.C., simbolo di Lussino, rinvenuta nel 1999 nel mare antistante (ora in restauro, sarà esposta dal prossimo anno); rappresenta un atleta che si deterge sudore e polvere.

 

Dalle 1239 erbe spontanee si ricavano liquori, gourmandise e prodotti per il corpo: all’Orto botanico di Sandra Nicolich, parte alta del paese. Mare, sole, vela, buona tavola, ma anche arte a Palazzo Fritzy, 27 tele del ‘6-700. Nella vicina Cikat si cena da Cigale, pini marittimi come cielo, cucina marinara di Dean, cuoco extralarge. Romantico e di qualità, nel lillipuziano golfo di S. Martin, il ristorante Porto con pergolato; specialità, ricci e pescato del giorno alla griglia; chef, Renato Jagnijc (45 euro). Lussingrande (Veli Losinj) è, a dispetto del nome, più piccola della «sorella». Illustre storia di marineria anch’essa, che si scopre visitando i 3 piani della torre veneziana tra sestanti, bozzelli, modellini di velieri e clipper, ritratti di capitani. Raccolta ed elegante, si sviluppa attorno al golfo-fiordo: le strade sono ad andamento circolare con villette gialle, salvia, azzurre, tra cipressi, palme e ortensie. Di fronte alla torre, la chiesa del ‘400 con tombe di cavalieri e sacerdoti e dipinti di pregio. Si dorme all’Hotel Vila Tamaris, sul fiordo; in un cortile fiorito, l’atelier di Nena Persic, che raccoglie legni, li colora con tinte forti ricavandone pezzi unici; perfetto il pesce da Gostionica Marina, all’imbocco del golfo. Tramonto indimenticabile dal promontorio sopra la chiesa. Lo sguardo si perde nel mare con bagliori che trascolorano dall’arancio all’indaco e al rosa.

 

Carla Rodriguez

“Il Giornale” 16 settembre 2012

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