LETTERE
Grazie ad un piccolo finanziamento concesso dall’Itas Deledda, la provincia di Trieste ha promosso un’iniziativa per celebrare la Giornata del Ricordo (10 febbraio) e la Giornata della Memoria (8 novembre).
Il professor Roberto Spazzali, docente all’Istituto superiore ”Da Vinci – de Sandrinelli”, ha tenuto due lezioni su questo argomento ai ragazzi delle quinte dell’Istituto superiore ”Deledda”.
Nella mattinata del 23 febbraio scorso, alcuni studenti delle classi quinte degli Istituti superiori ”Deledda” e ”Da Vinci – de Sandrinelli” si poi sono recati in visita al monumento nazionale della Foiba di Basovizza.
I ragazzi sono stati divisi in due gruppi: uno era guidato dal professor Diego Redigo, docente all'Università di Udine, mentre l’altro dal professor Roberto Spazzali. È stato illustrato agli studenti il luogo, ed essi hanno avuto l’opportunità di visitare la mostra lì allestita. All’ex Centro raccolta profughi di Padriciano gli studenti sono stati accolti da alcuni volontari dei ”Giovani dell’Unione degli Istriani” che curano le visite al Centro, e hanno potuto assistere ad uno spettacolo tenuto dagli attori del ”Teatromuroquattro”.
Il testo della rappresentazione è stato liberamente tratto da testimonianze e memorie dell’esodo ed ha suscitato una profonda emozione. La visita degli ambienti interni ha permesso agli studenti di scoprire mobili e oggetti che hanno accompagnato l’esodo, cioè l’esilio a cui sono stati costretti gli istriani di lingua italiana nel secondo dopoguerra.
Queste testimonianze sono raccolte in un magazzino del Porto Vecchio, ma alcuni di questi oggetti stati utilizzati per allestire la mostra, che ha lo scopo di illustrare al visitatore le condizioni di vita dell’epoca.
Il magazzino del Porto Vecchio può essere definito un ”non – museo”, poiché cose ed oggetti sono stati raccolti in un posto che ha effettivamente ospitato le persone vittime dell’esodo fino al 1976. E lo stato di abbandono dei locali sembra quasi voler manifestare che vi è stata una volontà di rimozione di tale triste periodo. Il visitatore ha l’impressione di essere un mondo sospeso: i box sono nelle stesse condizioni in cui sono stati lasciati, si ha come la sensazione che le persone vivano ancora lì e che non se ne siano mai andate.
Questo luogo, fino a qualche tempo fa rimosso e dimenticato, rappresenta a Trieste, assieme alla Risiera di San Sabba, la storia del Novecento (conosciuto anche come secolo breve) e dei suoi totalitarismi. È importante che la scuola abbia un rapporto con ciò che rappresenta la nostra memoria e aiuti a vedere per capire: ne è un altro esempio il ”Treno della Memoria”, che ha permesso ad alcuni studenti di visitare Auschwitz.
Questa tipologia di lezione porta ad un livello di preparazione superiore, perché permette allo studente di capire avvenimenti e situazioni in maniera profonda e non solo teorica. Infatti, nel momento in cui l’ignoranza o la ”non conoscenza” prendono il sopravvento, si può giungere all’indifferenza che è la porta di ogni male.
Liliana Pacini (Istituto tecnico L. Da Vinci – Trieste)