Nicolò Spogliarich in fuga dalla dittatura titina, “ineligible” per gli Stati Uniti

Ci sono documenti inediti nell’Archivio di Bad Arolsen (Germania), disponibile nel web. Ecco la storia di Nicolò Spogliarich, nato a Fiume il 19 aprile 1922, meccanico specializzato, desideroso di emigrare in Australia, USA, Cile, o Canada. È sordomuto e celibe con familiari. Dopo aver optato per l’Italia il 19 agosto 1948, il suo esodo da Fiume risale all’autunno del 1949 con regolare passaporto provvisorio del Consolato italiano di Zagabria n. 19.713, del 9 luglio 1949. Molto probabilmente è in treno verso il 16 novembre 1949. Dalla Zona B (jugoslava) del Territorio Libero di Trieste entra nella Zona A, controllata dagli alleati. Dai Campi profughi di Trieste passa al Centro smistamento profughi di Udine, che lo destina al Centro raccolta profughi (Crp) di Laterina, in provincia di Arezzo.

Si fa aiutare dall’Associazione Nazionale per la Venezia Giulia e Dalmazia (ANVGD), Comitato Provinciale di Roma, il 18 marzo 1950, per espatriare tramite l’assistenza IRO. È l’Organizzazione Internazionale per i Rifugiati (International Refugee Organization=IRO). Dichiara di avere con sé cinque membri di famiglia. Sottoscrive di essere venuto via dalla Fiume occupata dai titini perché: “As an Italian he did not wish to live under Yug. Regime which is strongly anti-Italian” (Da italiano non desiderava vivere sotto il Regime jugoslavo che è fortemente anti-italiano).

La sua domanda è respinta in prima battuta poiché “non profugo”. Incredibile. Allora fa due ricorsi alla sede IRO di Bagnoli (NA) e a quella di Ginevra, spiegando che vive nei Centri raccolta profughi di Laterina (AR) nel marzo 1950 e in quello di Marina di Massa (MC), nel dicembre 1950 e 1951. Allora si firma, oltre al nome e cognome, con l’appellativo di: “perfetto profugo”. In quest’ultimo caso la risposta negativa è dovuta al fatto di essere “italiano”, quindi non “sotto il mandato dell’IRO”. Comunque l’ufficiale supervisore esprime dei dubbi sulla sua “Ethnic origin” (origine etnica).

Ci sono altre informazioni nei preziosi documenti dell’Archivio di Arolsen. Il nostro Nicolò Spogliarich scrive di aver “adempiuto gli studi al Regio Istituto Nazionale per sordomuti ‘Principi di Piemonte’ di Milano e di aver lavorato dal 18 luglio 1941 fino al rientro in Italia presso il Silurificio di Fiume, pertanto chiede di essere iscritto presso l’IRO onde poter emigrare…”.

Il 14 febbraio 1951, fa l’ennesimo ricorso alla “reiezione della domanda di emigrazione” dal Crp di Marina di Massa, aggiungendo alcune motivazioni drammatiche. Egli informa che: “mia madre [Caterina Dervisc, NdR] è stata arrestata dalle Autorità Jugoslave nel 1948, perché ha dato ospitalità per due mesi a due persone serbe (marito) e moglie (ungherese) che si chiamano Brook e sono fuggite a Trieste nel settembre 1948 ed ora si trovano nel Canada. Faccio notare che queste persone sono miei parenti e che mia madre è stata condannata dal Tribunale di Fiume a un anno e mezzo di carcere. Io in quel frattempo ho fatto le pratiche per allontanarmi dalla Jugoslavia perché temevo che pure a me avrebbero arrestato”. La sua domanda giunge all’Ufficio IRO competente il 16 febbraio 1951, che lo reputa comunque “ineleggibile” per l’emigrazione. Caso archiviato. Noi l’abbiamo scoperto e l’abbiamo diffuso. Povero Nicolò “un perfetto profugo”, ma “ineligible” (non idoneo) per gli uffici dell’IRO.

Dopo l’esperienza dei Campi profughi toscani Nicolò Spogliarich poi ha vissuto a Milano, dove è deceduto per infarto, come ci ha detto la nipote Elda Spogliarich. La stessa nipote ha sostenuto di: “non avere parenti serbi o ungheresi, inoltre mio zio Nicolò, sordomuto, non credo che avesse intenzione di espatriare, considerate le difficoltà di comunicazione”.

Che archivi sono quelli di Arolsen?

Si tenga presente che gli Archivi Arolsen sono un Centro internazionale di documentazione sulla persecuzione nazista. Costituiscono l’archivio più completo al mondo riguardo alle vittime e i sopravvissuti del nazionalsocialismo. Lì sono confluiti, tuttavia, certi documenti sui movimenti dei rifugiati nel dopoguerra. Si deve sapere che determinati Campi di concentramento nel dopoguerra vengono utilizzati per accogliere rifugiati, sfollati, apolidi e optanti per l’Italia provenienti dall’Istria, Fiume e Dalmazia appena annesse alla Jugoslavia, secondo il trattato di pace del 10 febbraio 1947. Sono i Campi IRO e sono utilizzati per il disbrigo delle pratiche concernenti l’emigrazione, solitamente Oltre oceano.

C’erano Campi IRO a Trieste, a Gorizia (in via Morelli 39), a Carinaro (CE), a Trani (BA), a Pagani (SA), a Bagnoli, di Napoli, a Palese (BA) e in altre parti d’Italia. Ce n’erano anche in certi paesi d’Europa, come a Bremerhaven, Aurich e a Berlino (Germania), come hanno raccontato i Salucci Bazzara, passando dall’Istria all’Australia, con incubi tremendi sulle foibe (vedi in bibliografia). L’IRO era un’organizzazione intergovernativa fondata il 20 aprile 1946 per affrontare l’enorme problema dei rifugiati creato dalla seconda guerra mondiale. Una commissione preparatoria ha iniziato le operazioni quattordici mesi prima. Nel 1948, il trattato che istituisce l’IRO entrò formalmente in vigore e l’IRO divenne un’agenzia specializzata delle Nazioni Unite. L’IRO assunse la maggior parte delle funzioni della precedente Amministrazione delle Nazioni Unite per il soccorso e la riabilitazione. Nel 1952 le operazioni dell’IRO cessarono e fu sostituito dall’Ufficio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR).

Abbiamo già raccontato la storia della famiglia Sullini, esule di Fiume; è nel web. Questo è un altro pezzo di vita ricostruita solo in base ai documenti ritrovati nel web, grazie agli Archivi Arolsen, gli operatori dei quali vanno ringraziati per la diffusione nel web di tali materiali.

Ultima riflessione – Il nome Spogliarich non compare nell’Elenco alfabetico profughi giuliani, compilato dagli operatori del Comune di Laterina tra il 1949 e il 1961. Il Crp chiude i battenti nel 1963, vedendo transitare oltre 10 mila profughi, dal 1946 al 1963. Come pure 10 mila esuli passano dal Crp di Marina di Massa.

Con il presente articolo si dimostra che i documenti manoscritti, come l’Elenco alfabetico profughi giuliani, talvolta, non sono esaustivi. Non contengono cioè tutti i dati possibili. Con i suoi 4.695 o, per delle cancellature, 4.693 individui segnati l’Elenco di cui sopra non ci fornisce la cifra reale dei transiti totali al Crp di Laterina, che ammontano, come scoperto nel 2021 da più studiosi, secondo le ricerche in Archivio di Stato di Arezzo, a oltre 10 mila persone. I componenti della famiglia Spogliarich, che non compaiono nel citato Elenco erano forse invisibili?

Cenni bibliografici e del web (consultazione del giorno 11.11.2022)

– Arolsen Archives, Archiv zu den Opfern und Überlebenden des Nationalsozialismus, Bad Arolsen, Deutschland, personen Spogliarich Nicolò, geburtsdatum 19.04.1922.

– Ricorso di Spogliarich Nicolò all’Ufficio IRO di Bagnoli, Napoli, dal Crp di Marina di Massa (MC) del 14 febbraio 1951.

Riguardo all’esodo dei Sullini di Fiume clicca qui.

Sul caso dei Salucci-Bazzara, emigrati da Parenzo in Australia, vedi le due fonti sottostanti: – Arolsen Archives, Archiv zu den Opfern und Überlebenden des Nationalsozialismus, Bad Arolsen, Deutschland, personen Bazzara Giuseppe, geburtsdatum 18.04.1925.

– Elio Varutti, Vines. Mio marito con Harzarich in foiba a tirar su italiani uccisi dai titini, on line dall’8 ottobre 2020 su evarutti.wixsite.com

Per una visione generale sull’esodo giuliano dalmata vedi: – Flaminio Rocchi, L’esodo dei 350 mila giuliani fiumani e dalmati, Roma, Associazione Nazionale Difesa Adriatica, 1990.

– Elio Varutti, Italiani d’Istria, Fiume e Dalmazia esuli in Friuli 1943-1960. Testimonianze di profughi giuliano dalmati a Udine e dintorni, Provincia di Udine / Provincie di Udin, 2017. La 2.a ediz. è nel web dal mese di aprile 2018 col medesimo titolo.

– E. Varutti, La patria perduta. Vita quotidiana e testimonianze sul Centro raccolta profughi Giuliano Dalmati di Laterina 1946-1963, Aska edizioni, Firenze, 2021. Dal 2022 disponibile anche in e-book.

Altri Archivi consultati – Premesso che potrebbero esserci alcuni errori materiali di scrittura, ecco altri materiali della ricerca presente, che sono stati raccolti da Claudio Ausilio, dell’ANVGD di Arezzo: – Elenco alfabetico profughi giuliani, Archivio del Comune di Laterina, 1949-1961.

Fonte orale e digitale – Elda Spogliarich, Fiume 1939, esule ad Arezzo, e-mail allo scrivente del 16 novembre e 10 dicembre 2022.

Collezione privata – Carlo Conighi, esule di Fiume a Udine, busta viaggiata del 1955.

Note – Progetto e attività di ricerca di: Elio Varutti, Coordinatore del gruppo di lavoro storico-scientifico dell’ANVGD di Udine. Networking di Girolamo Jacobson e E. Varutti. Lettori: Claudio Ausilio (ANVGD di Arezzo), Sergio Satti (ANVGD di Udine) e la professoressa Paola Quargnolo. Copertina: Carta intestata ANVGD di Roma per far emigrare Spogliarich Nicolò, 1950. Archivi Arolsen (Germania). Ricerche per il blog presso l’archivio dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia (ANVGD), Comitato Provinciale di Udine, che ha la sua in via Aquileia, 29 – primo piano, c/o ACLI. 33100 Udine. – orario: da lunedì a venerdì ore 9,30-12,30. Presidente dell’ANVGD di Udine è Bruna Zuccolin. Vicepresidente: Bruno Bonetti. Segretaria: Barbara Rossi. Sito web: http://anvgdud.it/

Curriculum di Spogliarich Nicolò per l’assistenza IRO databile al 1950. Archivi di Arolsen

Fonte: Varutti Elio3 – 13/11/2022

 

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