Nino Benvenuti, dall’esodo all’oro olimpico

La sua storia è quella di tante famiglie istriane, che dopo aver attraversato le difficoltà e le angosce della Seconda guerra mondiale, sprofondano in una situazione ancora più difficile. Mentre il resto d’Italia festeggia la fine della guerra e la liberazione dall’occupazione straniera, a Isola d’Istria iniziano l’occupazione jugoslava e l’epurazione politica. Sequestri di persona, nazionalizzazioni e confische, persone che spariscono nel nulla ed una nuova dittatura: OZNA, Tito, Jugoslavia comunista, Poteri popolari…

L’innocuo fratello Eliano viene prelevato per accertamenti e tornerà a casa dopo mesi di sofferenze in prigionia, la vita è sempre più difficile e la scelta dell’esodo diventa ineluttabile. Come migliaia di istriani, fiumani e dalmati, anche la famiglia Benvenuti fugge a Trieste nel 1947 e cerca di costruirsi una nuova vita: Giovanni detto Nino, nato il 26 aprile 1938, la sua nuova vita comincia a costruirsela sul ring, ereditando dal padre la passione per il pugilato. Si mette in evidenza vincendo tornei regionali e interregionali fino ad arrivare in Nazionale, imbattuto, nel 1955: l’anno prima l’Italia è tornata a Trieste, ma la sua natia Isola è rimasta sotto l’amministrazione civile jugoslava.

La biografia di Nino Benvenuti e la sua storia a fumetti

Il 1956 si rivela un anno infausto per Benvenuti, il quale, dopo aver perso la madre morta di crepacuore, viene scartato dalla selezione azzurra che parteciperà ai Giochi Olimpici di Melbourne. Nel 1957 vince l’oro agli europei di Praga, successo bissato due anni dopo a Lucerna. Il suo obiettivo rimane però L’Olimpiade, sogno cullato sin da bambino e che si realizza nel 1960 a Roma. Benvenuti gareggia nei pesi welter e riesce a vincere tutti e quattro gli incontri previsti per arrivare all’Oro Olimpico nella sua categoria. Con lui sul gradino più alto del podio c’è il popolo dell’Esodo che vede un giovane istriano vincere ed affermarsi davanti a tutto il mondo. Un riscatto che tanti altri esuli giuliano-dalmati si avviano a ottenere nei più disparati ambiti professionali, in Italia e all’estero, dopo le sofferenze dell’abbandono della propria terra, degli anni in campo profughi e del difficile reinserimento.

Francesco Musso (figlio di emigranti in Francia), Francesco De Piccoli (operaio veneto) e Nino Benvenuti: le medaglie d’oro della boxe azzurra a Roma 1960 – Foto: ninobenvenuti.it

Benvenuti ottiene, oltre all’oro, anche la prestigiosa coppa Val Barker, destinata al pugile tecnicamente migliore del torneo, “soffiandola” al mediomassimo Cassius Clay: insieme a Patrizio Oliva è l’unico italiano che si può fregiare di questo riconoscimento. Si ritira dal mondo del dilettantismo con lo score di 120 vittorie e una sola sconfitta (incassata durante una tournee in Turchia e peraltro contestata) per iniziare una carriera che lo porterà a diventare Campione del Mondo. [LS]

 

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