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Noi, italiani in Montenegro (Avvenire 18mag15)

 

«La mia famiglia è in Montenegro dal 1580, ma siamo originari di Salò. Quattro fratelli vennero ad aprire le prime farmacie quando qui c’era la Serenissima Repubblica di San Marco, in fondo restavano a casa… La prima licenza la ottenne Giacomo Antonioli nel 1621, l’ultima mia mamma: in mezzo 500 anni di antenati farmacisti, speziali e chirurghi, tutti laureati a Padova…». Siamo a Cattaro (Kotor), la perla dei Balcani, eppure ascoltare Dalibor Antonioli, 70 anni, avvocato montenegrino, ha il sapore di una chiacchierata con un «italiano vero», come cantava Toto Cutugno anni fa, e in fondo non stupisce più di tanto che nella konoba ‘Portùn’ intanto i commensali in una nuvola di fumo (ancora non è vietato) cantino proprio Cutugno, Nicola Di Bari, Claudio Villa… Montenegro, Bocche di Cattaro, spettacolare fiordo nell’Adriatico orientale. Un serpente di mare blu intenso che si incunea fino all’omonima città, ‘patrimonio dell’umanità’ protetta dall’Unesco, e lì si allarga come un lago di montagna. Il nero delle rocce incombe a picco sulle case venete. Qui si scrive in cirillico e si parla in slavo, ma Venezia scorre ancora nelle vene dei bocchesi e l’Italia occupa un posto privilegiato, nei loro cuori come nella parlata locale. A Cattaro da undici anni ha sede una Comunità degli Italiani del Montenegro […].

 

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http://www.avvenire.it/Cronaca/Pagine/Noi-i-600-di-Cattaro-Italiani-in-Montenegro-.aspx

 

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