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Non abbiamo bisogno di nuovi Galileo Galilei (affaritaliani.it 16 ott)

di Jacopo Barbarito
presidente dell’associazione culturale di promozione sociale Libera Storia

Il XXI secolo non ha bisogno di nuovi Galileo Galilei, nuovi dogmi o sacerdoti, né della negazione dei principi inviolabili sanciti della Costituzione, quali la libertà di pensiero e di ricerca. Non ci devono essere verità storiche imposte per legge o disposizioni legislative relative a precisi momenti o protagonisti della storia, che può e deve essere sempre e in ogni caso libera dalle costrizioni del legislatore. Nel caso specifico della possibile introduzione di un ddl antinegazionista, la politica non deve intervenire in maniera ipocrita, anteponendo principi e valori di per sé sacrosanti per secondi fini di matrice politica e ideologica. Il modo di combattere quelle che sono state definite ‘destre estreme’ non è certo quello di imporre limitazioni alla ricerca o all’introduzione di reati di pensiero, libertà a favore delle quali si è invece così tanto a lungo lottato.

Nessuno si è sognato, ad esempio, di fare una legge contro il negazionismo delle foibe, per cui sono ancora reperibili in libreria testi orientati in quella direzione e professori che sminuiscono la portata di quel crimine, malgrado una legge che riconosce la veridicità di quel drammatico momento storico. E questo solo per citare uno dei casi più eclatanti e dibattuti, in riferimento al contesto italiano. Alla fine del primo decennio del ventunesimo secolo dovrebbe essere assodato il principio secondo il quale la verità è la sola e unica arma dirompente contro ogni faziosità e menzogna e la difesa del suo valore costituisce uno dei cardini dei Paesi democratici e liberali dell’Occidente. Ma si tratta di un valore che si sostanzia non con pene e limitazioni, ma attraverso lo smascheramento di ogni mistificazione e la certificazione della realtà della storia. La politica deve ragionare sugli effetti delle sue scelte e sul messaggio etico che ognuna di essere finisce per sottintendere e, in questo caso, non si può finire per andare ad assumere la stessa posizione di chi, per legge, operava discriminazioni su basi legalmente ed artificiosamente costruite.

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