La “Fieste de Patrie dal Friûl”, la cui legge istitutiva sarà votata domani in Consiglio regionale, ha già innescato uno scontro a distanza con Trieste. Le divisioni trasversali e interne a ogni partito che già hanno incendiato il dibattito politico saranno adesso alimentate da altra benzina: quella della rivolta triestina che scaturirà da una mozione in consiglio comunale e che ha l’obiettivo di sollecitare un intervento legislativo in grado di tutelare tutte le identità del Fvg. La mozione è già sottoscritta da diversi esponenti dell’assemblea, da destra a sinistra, compreso il capogruppo del Pd, Marco Toncelli. E a rincarare la dose è arrivata anche la dichiarazione di un altro dem giuliano, Manuel Zeriuli: «Forse ci sarebbero altre priorità con cui usare quel denaro». L’istituzione della Festa del Friuli che si terrà ogni anno il 3 aprile, giorno nel quale, nel 1077, risale la nascita dello Stato patriarcale friulano guidato dal Patriarca di Aquileia, costerà 80 mila euro. Insomma, alla vigilia del voto di domani i mal di pancia all’interno del Consiglio regionale non sono affatto guariti. La prima conseguenza a distanza alla mozione triestina, arriva dal consigliere forzista goriziano, relatore della norma sul friulano, Rodolfo Ziberna. Che annuncia a breve una sua iniziativa legislativa: l’istituzione del “Giorno della Venezia Giulia”. Ma attenzione – ammonisce – non è un’idea in contrapposizione alle Festa del Friuli, ma un completamento.
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