«L’università europea è il miglior progetto degli ultimi 15 anni pensato tra Gorizia e Nova Gorica». Danilo Zavrtanik ne è certo. Il rettore dell’Università di Nova Gorica pensa che l’idea lanciata all’interno del Gect (Gruppo europeo di cooperazione territoriale) potrà portare notevoli benefici agli atenei interessati. «Questa proposta apre delle prospettive per tutti – nota -. Noi, come Trieste e Udine, abbiamo un orientamento internazionale. A Nova Gorica il 54% dei dottorandi viene dall’estero e abbiamo centinaia di collaborazioni con istituti al di fuori della Slovenia. Inoltre, la lingua d’insegnamento del post-laurea è l’inglese. Certo, a differenza delle due università italiane, che sono statali, noi siamo privilegiati perché siamo privati e possiamo passare più facilmente da una dimensione nazionale ad una europea». «L’importante – prosegue Zavrtanik – è avere ben presente l’obiettivo. Se decidiamo di fare qualcosa per il futuro, dobbiamo avere un progetto definito e ci vuole il supporto della politica di entrambi gli Stati, oltre che dell’Unione europea. Creando qualcosa di unico, l’intera area ne avrà un profitto. In passato la Storia non è stata dalla nostra parte, ma ora abbiamo l’opportunità di cogliere il lato positivo della multiculturalità.
Dobbiamo rendere il nostro futuro più brillante, ma questa volta insieme. In questo modo possiamo fare arrivare gente da tutto il mondo». I termini e i contenuti da dare all’Università europea sono ancora tutti da stabilire («Ogni università metterà quello che ritiene più opportuno»), come anche la sede. Su questo punto il rettore di Nova Gorica è convinto che simbolicamente dovrebbe stare sul confine e, in questo senso, i locali vuoti dell’ex ospedale civile di Gorizia potrebbero rappresentare una buona soluzione, anche se di soluzioni potrebbero essercene molte altre. Il primo mattone della realtà transfrontaliera potrebbe, in ogni caso, essere l’Icar. Il centro di ricerca internazionale sull’“età” in via teorica è già stato imbastito dall’università di Nova Gorica che ha pronto un opuscolo di presentazione.
Perché l’International center for Aging Reserch diventi realtà, servono però i finanziamenti della politica. «Negli Stati Uniti centri del genere ce ne sono sei, ma da questa parte dell’oceano non ce ne sono affatto. L’aspettativa di vita della popolazione si allunga continuamente ma bisogna pensare anche alla sua qualità. Il problema dell’invecchiamento ha una rilevanza sia sociale sia economica. Per avere dei risultati si deve partire con largo anticipo. È importante trovare nuove strategie per migliorare la salute degli anziani e abbattere l’impatto che hanno le malattie su di noi».
Stefano Bizzi
”Il Piccolo” 6 giugno 2012