Il Comune di Cassola in provincia di Vicenza riapre le ricerche su due militari nati entrambi nel 1907 e in servizio nel 1943 in due caserme del fronte giuliano
Due giovani nati a Cassola nel 1907 che scelsero di indossare la divisa da carabiniere, accomunati dallo stesso drammatico destino. Dopo l’8 settembre del 1943 erano in servizio in due caserme diverse sul fronte giuliano: dalla cattura da parte delle milizie di Tito, di Antonio Bordignon e Luigi Pagnon non si è più saputo nulla. Dichiarati morti, i loro corpi non sono mai stati ritrovati. Secondo l’Associazione nazionale degli esuli istriani, che sta svolgendo delle ricerche storiche sui massacri perpetrati dai titini, potrebbero essere tra le vittime delle foibe. Due vicende umane molto simili quelle dei due coetanei cassolesi (viene da chiedersi se si conoscessero, se avessero frequentato la stessa scuola o se avessero mantenuto dei contatti dopo essere entrati nell’Arma) sulle quali il Comune ha avviato delle ricerche. «Sono storie che ci toccano da vicino e meritano di essere conosciute – spiega il sindaco Aldo Maroso –. Soprattutto vorremmo poter rendere il giusto omaggio a questi caduti, inserendo i loro nomi nel monumento in piazza Aldo Moro. Avremmo voluto farlo già per il Giorno del Ricordo, ma preferiamo attendere notizie più complete per onorare, insieme, entrambi i nostri concittadini».
Il primo di cui si è avuta notizia, grazie ad una segnalazione inviata dall’associazione nazionale degli esuli istriani, è stato l’appuntato Bordignon. Non aveva nemmeno 37 anni quando, il 19 gennaio del 1944, fu prelevato con la forza dalla caserma Sant’Elia di San Dorligo della Valle, in provincia di Trieste. «Di recente, l’associazione nazionale Carabinieri di Monte Porzio Catone, ci ha informato che un altro nostro concittadino, il carabiniere Luigi Pagnon, subì probabilmente la stessa sorte – racconta Maroso -. Era in servizio a Parenzo dove fu catturato il 20 febbraio ‘44». Per meglio delineare le due vicende, nel municipio di Cassola sono scattate ricerche e riscontri. Negli archivi anagrafici comunali risultano entrambi i nominativi e si stanno cercando i discendenti, sperando che qualcuno si faccia avanti.
Raffaella Forin
Fonte: Corriere della Sera-Corriere del Veneto – 10/02/2022