Oggi è il giorno atteso da tutti i bambini del nord-est d’Italia, alla pari di tutti quelli che vivono nell’area del confine orientale, ovvero san Nicolò.
San Nicolò, però, o meglio San Nicola, è anche il Santo Patrono di Pisino e di altri paesini dell’Istria, com’è confermato dalle tante chiese, altari e dipinti a lui dedicati e dalle diverse piccole località che portano il suo nome. A lui è dedicato il duomo di Pisino, risalente al 1266 e custode di affreschi di valore del XV secolo. La chiesa del paese “ombelico dell’Istria” è una costruzione in stile romanico molto semplice con la parte a forma di rocca destinata alle campane.
La devozione istriana, ma anche triestina e di tutta l’area dell’ex repubblica veneta, a San Nicolò può esser fatta risalire al suo titolo di protettore dei naviganti e dei pescatori.
San Nicolò, o San Nicola di Myra o ancora San Nicola di Bari, è una delle figure più diffuse in tutto il mondo cristiano, con un posto di rilievo nella fede ortodossa e non a caso patrono nazionale della Grecia e della Russia.
Egli nacque attorno al 260 a Patara, in Licia, all’epoca parte dell’Impero Romano d’Oriente e oggi in territorio turco; probabilmente il suo nome era Nikòlaos, essendo nato e cresciuto in territorio di lingua e cultura greca.
La tradizione secondo la quale Nicolò nella notte tra il 5 e il 6 dicembre porta i doni ai bambini nasce in epoche lontanissime e sfiora la leggenda: la tradizione cristiana racconta che a Myra un padre voleva far prostituire le tre figlie perché non aveva la possibilità di maritarle con un’adeguata dote. Nicola, allora, per tre notti di fila lanciò dentro la loro casa un sacco di monete, che il padre usò per far sposare le figlie; per modestia e non volendo trarre gloria dal suo gesto, il futuro Santo non si fece vedere. Pare che per questo si usi dire ai bambini che San Nicolò arriva di notte, calandosi da camini o entrando dalla finestra, senza farsi vedere, ma lasciando dei doni per chi è stato bravo e ubbidiente.