Ricorre oggi, 15 giugno, il Santo Patrono di Fiume, San Vito, simbolo religioso della città rimasto nel cuore soprattutto di chi, nel capoluogo del Quarnero, ha lasciato un pezzo di cuore e della propria fanciullezza.
La storia.
Vito nacque a Mazara del Vallo nel I secolo dopo Cristo. Le notizie sulla sua biografia sono scarse e per lo più redatte ben dopo il martirio. Si narra che fosse figlio di un padre pagano ma, orfano di madre, venne affidato dal genitore ad una nutrice cristiana, Crescenzia, che lo battezzò in accordo con il marito Modesto. Rientrato a casa del padre ancora bambino, Vito subì fortemente le pressioni del genitore perché abiurasse il cristianesimo.
Nonostante i maltrattamenti e i lunghi anni di carcere, ben sette secondo la leggenda, Vito rimase fedele alle sue idee. Rimandato a casa, il padre cercò di indurlo in tentazione con numerose donne, ma senza successo. Nel frattempo Vito aveva iniziato a compiere dei miracoli, e la sua fama di taumaturgo si era diffusa notevolmente. Fuggito in Lucania insieme a Crescenzia e Modesto, venne catturato e nuovamente torturato assieme ai suoi due tutori, sino a trovare la morte nel 303.
I miracoli.
Sono numerosissimi i prodigi attribuiti al giovane Vito, si narra che guarì persino il figlio di Diocleziano, affetto da epilessia.
Gettato in un calderone di pece bollente durante le torture, Vito ne uscì completamente indenne. Durante il viaggio verso la Basilicata, un’aquila si occupò di procurare nutrimento sia a lui che a Crescenzia e Modesto. Gettato nella fossa del leoni, la leggenda narra che questi si ammansirono prostrandosi ai suoi piedi.
San Vito e Fiume.
L’iconografia lo rappresenta come un giovane uomo con una palma, in un bollitore di metallo, a volte rappresentato con un corvo e un leone. La figura giovanile di san Vito nel bollitore è il motivo iconografico più diffuso ed è diventato nel tempo il motivo araldico dello stemma fiumano cittadino più antico. San Vito diventò protettore della città di Fiume fin dal Medioevo, sul cui stemma era inciso il motto tardo latino “Terra Fluminis sancti Viti”, ovvero “Fiume di San Vito”.
Nel 1638 venne posata la prima pietra per costruire la nuova chiesa di San Vito sulle macerie di quella antica (edificata nel 1296).
L’ideatore del progetto fu l’Ordine dei Gesuiti. La costruzione del sacro edificio si protrasse per quasi cento anni, fino al 1727, con la realizzazione della cupola su progetto dell’architetto Bernardino Martinuzzi, sul modello della chiesa veneziana di Santa Maria della Salute, e la realizzazione di un basso campanile. Si tratta di una chiesa a pianta rotonda, cosa insolita in questa parte d’Europa, con elementi di barocco e gotico, e una statuaria barocca all’interno. La chiesa di San Vito è stata eretta cattedrale metropolitana nel 1969.