Sarebbe stato ucciso per un affare immobiliare finito male William Klinger, lo storico italiano grande esperto della Jugoslavia di Tito ucciso sabato scorso sul bordo della piscina dell’Astoria Park di New York, nel Queens. L’uomo fermato ieri dalla polizia, il 49enne croato Alexander Bonich, che ospitava in quei giorni lo storico nella Grande Mela, avrebbe confessato di aver sparato a Klinger per “un affare immobiliare andato male, relativo a una proprietà nel nordest dell’Italia”. Lo storico avrebbe dovuto vendergli un terreno che possedeva nel nord dell’Italia. Poi evidentemente la trattativa è andata male e i due hanno litigato.
La notizia dell’assassinio di Klinger si era diffusa ieri: Klinger, nato a Fiume e residente a Gradisca d’Isonzo, era a New York per un ciclo di conferenze sulla ex Jugoslavia dopo la Seconda Guerra Mondiale. Lo storico era noto soprattutto per i suoi studi sulla questione fiumana e sulla Prima e Seconda guerra mondiale, oltre che per una delle sue ultime opere pubblicata nel 2012 e intitolata “Il terrore del popolo: storia dell’Ozna, la polizia politica di Tito”. Lo studioso lascia moglie e due figli.
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